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Castro: "Sono cresciuto grazie a Maran: Cagliari squadra di qualità"

"Gioco per merito, non perché c'è lui"

La Redazione
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Il centrocampista del Cagliari, Lucas Castro, è intervenuto alla trasmissione radiofonica "Il Cagliari In Diretta" su Radiolina.

Ecco le sue dichiarazioni:

"Io ero a Villasimius in estate e non sapevo della possibilità di poter venire al Cagliari. Dopo tre giorni è iniziato tutto. Mi ha chiamato il direttore (Carli n.d.r.), mi ha detto che c'era la possibilità e da lì è partito tutto. La gara di domenica? Un pareggio non sarebbe male contro l'Atalanta. Derby musicale? Si, ci sono Gollini e "Papu" Gomez.

Il calcio è tutto, la musica serve per uscire da questo mondo, dove c'è tanta pressione e stress. Il messaggio di Maradona? Mi ha emozionato molto. Non mi aspettavo immediatamente la sua risposta video. Maradona per gli argentini è tanto, c'è poi chi non lo vuole. Per me è un idolo e nessuno sarà come lui.

Ho fatto anche una canzone per Messi, ma non mi ha risposto. Ovviamente è un fuoriclasse, ha dimostrato tanto, per me è il numero uno al mondo e lo sarà per tanto tempo. Ognuno la pensa come vuole, ma Maradona per me è il più forte.

Il rapporto con Gomez? E' un amico. Quando ero a Verona, ci vedevamo spesso, eravamo vicini, lui era a Bergamo. E' un bravissimo ragazzo e ha una famiglia meravigliosa. Speriamo si stanchi molto prima di domenica (ironizza n.d.r.).

Andar via dall'Argentina per andare in Europa? Ci sono campionati più competitivi, in Sudamerica di meno. Al di là di come stava il paese, il calcio europeo è sempre stato il più competitivo. Nel caso di noi argentini, aspiri alla Serie A per arrivare in Europa.

Altri connazionali fanno la carriera in Argentina non per scelta ma perchè non hanno squadre che li comprano per farli arrivare in Europa. El Pata? Nasce per il piede (significato della parola n.d.r.). Come sto? Sto bene, speriamo di vincere, chi segna non è importante.

E' un peccato la partita di domenica, ci meritavamo di vincere, i ragazzi sono stati bravissimi. A Empoli non so cosa sia successo. Non siamo partiti bene, non ci siamo trovati e alla fine ce ne siamo rammaricati. Poi si è dimostrato che eravamo colpiti , ma poi ci siamo riscattati.

Sono arrivato a Catania con Maran. Da allora, lui fece 2 anni in panchina. Poi è andato al Chievo, io feci un anno in più al Catania, poi feci 3 anni al Chievo. Quando lo conobbi, non capivo molto per via della lingua. Lui mi faceva giocare, nel secondo tempo entravo sempre. Nel secondo anno ho giocato di più.

Come allenatore, Maran è forte, gli piace la tattica, è attento ai dettagli. Quando arrivai in Italia, ero un disastro tatticamente, poi ho imparato molto grazie a lui. Non sono accozzato, penso che i compagni capiscano.

Il mister è molto aperto, in gamba, parla molto con i ragazzi. Cigarini e Barella? Li conoscevo, ma sapevano che erano giocatori forti. Srna ha una carriera alle spalle importante, è bravissimo. Bradaric bravissimo giocatore, ha un buon piede. Il gruppo? Sapevo di venire in una squadra di qualità.

Il Cagliari è una bella squadra, ma non capivo la situazione che gli è capitata lo scorso campionato. La Sardegna o la Sicilia? Preferisco la Sardegna, anche se non la conosco molto bene, ma anche la Sicilia lo è.

Il mio ruolo? Mi piace fare l'interno destro, lì mi sono trovato bene, poi ho fatto anche l'interno sinistro, il trequartista e l'esterno alto su entrambe le fasce. La Chica de La Plata? L'ho scritta tanto tempo fa per mia moglie. Era il primo brano che ho fatto.

Il reggaeton? Mi piace, così come anche il rock n'roll, specie quello argentino. Mi piacciono anche le canzoni sarde: mi piace Domo Mea".

 

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