"Il Cagliari è qualcosa che ti resta dentro a prescindere. Come i figli, i genitori, i fratelli. Come un tatuaggio che porti con te ovunque. Ieri, oggi, domani, sempre. Il Cagliari è tutto". Così l'ex Abeijon ai microfoni de L'Unione Sarda.
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"Difficile, ma questo lo sanno tutti, Diego e i giocatori per primi. Non dobbiamo fare l'errore di entrare in campo con l'idea che un punto possa bastare. Così rischiamo di perderla. E io, Abeijon, del Napoli non mi fido. Il Crotone può vincere al San Paolo e quindi dobbiamo farlo anche noi, a prescindere".
Come si vince una sfida come quella contro l'Atalanta
"Con le palle! Con la voglia di sbranare l'Atalanta. Ricordo una partita a Palermo, eravamo appena entrati in campo, io e Lopez caricavamo i compagni urlando in faccia ai nostri avversari, che erano spaventati, quasi terrorizzati. Domenica bisogna far capire subito chi comanda".
Il preferito
"Barella mi fa impazzire. Lotta su ogni pallone e quando ce l'ha tra i piedi sa sempre cosa fare. Poi sente la maglia, soffre più degli altri quando le cose vanno male, si vede".
Il lavoro di Lopez
"Innanzitutto le ha dato equilibrio e solidità in fase difensiva, anche se certe sconfitte sono state pesanti. Ha trasmesso poi tranquillità e senso di appartenenza. Sa bene cosa significhi giocare per il Cagliari, sa che in palio non c'è solo una partita di calcio ma l'onore di un intero popolo. Per questo mi è dispiaciuto leggere su Facebook tutti quei commenti negativi. Ho pensato, ma stanno parlando davvero di lui?, di Diego Lopez?, il simbolo di tante battaglie, che ha lasciato l'Uruguay per sempre per il Cagliari e la Sardegna? Per fortuna, nel calcio c'è sempre l'ultima parola. Diego se la sta prendendo e quando il Cagliari si salverà , credetemi, in tutta l'Isola non ci sarà persona più felice di lui".
Ed infine, un consiglio per domenica
"Lottate su ogni palla come se la vita vi avesse dato la possibilità di conquistare uno scudetto e vincete per la nostra gente".

