Dal campo alla scrivania. Da portiere a team manager.
Intervistato da Videolina durante "Casa Cagliari", il neo dirigente rossoblù, Roberto Colombo, analizza il mondo Cagliari a 360 °, tra mercato, ritiro e qualche aneddoto.
Ecco le sue dichiarazioni:
"Sono emozionato per il nuovo ruolo. Il primo obiettivo era quello di portare tutti i ragazzi in ritiro. Il nostro è un gruppo molto motivato. Ho trovato gli occhi della tigre in tanti di loro. Ero pronto a fare il passaggio dal campo alla scrivania. Il paragone con Zoff? È vero che l’ho superato come età nel disputare l’ultima presenza in massima serie, ma bisogna fare un netto distinguo.
Le difficoltà dell’essere team manager? In realtà , i ragazzi chiedono cose utili per prepararsi al meglio. La cura del singolo è fondamentale per raggiungere i risultati. Andreolli e Cigarini? Hanno avuto entrambi un impatto ottimo, sono ragazzi in gamba e sono profili che ci aiuteranno fuori e dentro dal campo. Vengono da esperienze non fortunate, ma hanno tanta voglia di riscatto.
Cragno? Alessio ritorna con un bagaglio d’esperienza importante, avendo guadagnato la Serie A sul campo: è un patrimonio del Cagliari ed è molto determinato. La sua carriera va misurata in modo diverso: se un ragazzo esordisce in Serie A a 18 anni, vuol dire che sei un ottimo prospetto. Ho potuto seguire la sua crescita anche da suo compagno di squadra.
Il ruolo di portiere? Da team manager, posso soltanto dire che questo ruolo è ben coperto. Anche quest’anno il Cagliari ha nel proprio organico ragazzi di esperienza e giovani. Daga e Montaperto? Sono due portieri diversi, anche di struttura. Montaperto ha grande serenità , Daga ha buone potenzialità , ma deve crescere ancora molto per poter migliorare. Vedere i propri compagni allenarsi è sicuramente importante per loro.
Il ritiro? Lo considero un periodo di distacco ma anche di sacrificio comune che aiuta a compattare il gruppo. Giocatore o dirigente? Sono due mondi diversi."
