“È ora di finirla con le partite di Fifa sull’XBox: cominciamo a goderci il calcio reale”. Così Ekdal, uomo copertina della rivista svedese “Cafè”, esordisce nell’intervista che lo vede protagonista.
Il centrocampista racconta il suo particolare rapporto col mondo del calcio, tenendo a sottolineare di non voler essere il classico giocatore “superficiale”: “Io non voglio essere quello stereotipo che rappresenta la maggior parte dei giocatori, qualcuno che pensa di essere in cima al mondo solo perché va in giro in Ferrari o gioca tutte le sere ai videogiochi. Per me questo non può essere calcio”.
Il 24enne rossoblù, che si è affermato come uno dei giovani più promettenti della nostra Serie A, ha ottenuto lo scorso anno il premio come miglior centrocampista svedese, frutto di una crescita considerevole con la maglia della compagine sarda.
Cosa farà dopo il calcio? Ci sarebbero ancora tanti anni per pensarci, ma Ekdal non vuole perdere tempo e rinunciare alla cultura, per lui fondamentale. A tal proposito afferma: “Desidero studiare Giurisprudenza e Scienze Politiche a distanza. Un calciatore, durante la sua carriera che dura 15 anni, pensa di poter fare tutto. Poi, però, rimane senza istruzione e altri interessi. Ci sono tanti esempi di giocatori che si sono persi dopo la loro carriera. Non voglio finire come loro”.
La mancanza della fidanzata, che ha scelto di restare a vivere a Stoccolma, fa sì che il centrocampista, in quel di Cagliari, debba cavarsela da solo. Appena può, però, Camilla prende il primo volo per andare a fare visita al suo amato. E non mancano, come già vi abbiamo raccontato gli scorsi giorni, le lunghe e romantiche passeggiate al Poetto.
Sono tanti i giocatori che lo svedese ammira, ma ce n’è uno più degli altri: “Senza dubbio il mio compagno di nazionale Zlatan Ibrahimovic”.
Per concludere, un affabile Albin sostiene di aver imparato diverse cose nella sua esperienza italiana, ma una più delle altre: “scappare dalle multe”.
Racconta un piccolo aneddoto:
“Una volta sono passato per errore col rosso e sono stato fermato da un poliziotto. Come è finita? Mi ha riconosciuto subito, poi ha avuto una maglia e un autografo per suo figlio!”.
Simpatico, solare, ma con la testa sulle spalle. Così possiamo definire Ekdal, professionista esemplare dentro e fuori dal campo. Magari, ci verrebbe da dire, fossero tutti come lui.
Intanto, ce lo teniamo stretto a Cagliari. E guai a chi lo tocchi! Ekdal rappresenta uno dei pilastri sui quali costruire il futuro rossoblù.