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Faragò: "Palermo agguerrito? Noi di più: mi piace lottare e fare gol"

"Il Novara non mi manca, a Cagliari sto benissimo: Salamon il più simpatico, il Sant'Elia una grande emozione"

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E' stato uno dei neoacquisti del Cagliari nella sessione di gennaio e punta a diventarne uno dei punti di riferimento. Intervistato durante la trasmissione di Radiolina, "Il Cagliari in Diretta", il centrocampista rossoblù, Paolo Faragò si racconta.

Ecco le sue dichiarazioni:

“La trasferta di Palermo? Abbiamo ricominciato oggi la settimana lavorativa in direzione Palermo e loro ci aspetteranno agguerriti. Noi siamo più carichi di loro. Arrivo dal Sud ma io ho sempre vissuto al Nord (è nato a Catanzaro ma è cresciuto a Novara).

Ranieri? L’ho conosciuto quando gli hanno conferito la cittadinanza onoraria a Catanzaro. Cagliari? All’inizio ho avuto dei problemi fisici, ma ora sto bene e mi sono ambientato. A me piace pescare durante il tempo libero. Il mio modo di giocare? Ho avuto un’evoluzione tattica ultimamente: ho giocato sia come mezzala che sull’esterno. Mi piace lottare e allo stesso tempo inserirmi e mi piace fare gol.

Il Novara? Non mi manca, sto benissimo a Cagliari. L’interesse della Fiorentina? Ho letto di questo, ma non c’è stato nulla di concreto. Solo il Cagliari si è interessato davvero a me. La trattativa è stata lampo: mi chiamò il mio procuratore (che aveva sentito Capozucca) e, due giorni dopo, ho firmato. Ero felicissimo. La prima persona che ho chiamato è stato mio padre.

Il sardo? Non ho ancora capito una parola. La Lapponia? Inizialmente volevo andare in un posto caldo, il sogno era quello di vedere l’Aurora Boreale e ho avuto la fortuna di vederla quattro volte. Prossima tappa? Mi piacerebbe il Perù o il Giappone. Ci siamo incrociati in passato con Marco Sau a NY e in Myanmar.

Artisti preferiti? Tra quelli che preferisco ci sono De Gregori e Ligabue. A 12 anni giocavo a Novara per divertirmi. Sapevo che il calcio era la mia passione, ma non avevo ancora immaginato che sarebbe diventato il mio lavoro. I miei genitori mi hanno seguito negli studi e mi sono diplomato al liceo, con indirizzo scientifico. L’obiettivo dopo gli studi? Non ho mai pensato al dopo.

Il giocatore più simpatico? Bartosz Salamon (che doveva venire in questo programma al mio posto) e anche Ibarbo. La Serie A? Non sapevo cosa avrei trovato. Il salto di qualità sarebbe stato diverso. Il mio compito è di abituarmi nel minor tempo possibile. L’esultanza? Quando segno, non ci penso. Cosa amo e odio nel calcio? Amo il campo, perché noi calciatori da piccoli abbiamo sognato di rincorrere il pallone. Non detesto ma sopporto tante cose di contorno, come quello che è successo a Sassari, ma che con lo sport non c’entra.

Il Sant’Elia? È stato bello ed emozionante. Ho dovuto attendere tanto per giocarvi. Non mi aspettavo di accumulare così tanto minutaggio da subito. L’allenatore che mi ha valorizzato di più? Sicuramente Marco Baroni mi ha fatto fare il salto di qualità, dandomi una grossa mano. Anche gli altri mi hanno dato tanto. A livello giovanile, Vincenzo Manzo è stato bravo a valorizzarmi (ora allena in D).

Il piatto preferito sardo? Mi piace di tutto, ma a me piace la fregola e il pesce. Ho mangiato ad Alghero il maialetto ma a Cagliari ancora no. Gli obiettivi? Quello personale è di ripagare la fiducia che il Cagliari mi ha dato e di poter stare in A. Per quanto riguarda la squadra, dobbiamo salvarci. Rastelli e Legrottaglie? Sono preparati, nonostante siano giovani: mi danno molti consigli. Un suggerimento di mercato per il Cagliari? Sicuramente Lorenzo Dickmann, terzino destro che era mio compagno di squadra al Novara, ma anche Favilli dell’Ascoli è un ottimo prospetto, ma costa.

Il Renzo Barbera? In Serie B ho già giocato alla Favorita e perdemmo con il Novara a cinque minuti dalla fine con un gol di Belotti. Quando l’avversario è all’ultima spiaggia, è importante l’approccio. Noi abbiamo il dovere di bloccarli. Consigli prima dell’esordio in A? Ludi (ex capitano del Novara) mi ha dato una grande mano e mi ha aiutato maggiormente. Casarini? Era felicissimo del mio approdo a Cagliari ed è molto amico di Dessena. Mi ha consigliato qualche posto e qualche spiaggia da poter visitare (il Poetto, Kia e Villasimius).

Le Universiadi? Esperienza indimenticabile: abbiamo fatto un ritiro di appena cinque giorni. Ci siamo conosciuti proprio in quei giorni. Nel villaggio universitario, c’erano 15000 atleti. Le ultime nove partite di campionato? L’obiettivo non è raggiunto, prima la salvezza, poi fare più punti possibile".
 

 

 

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