Niente allungo in classifica, nessuna fuga per la salvezza. Dal possibile +12 (se ne facciano una ragione in tanti perché il calcio non è una scienza esatta tale che se batti l'Inter poi vinci a Bologna) al (forse) tutto sommato prevedibile +6 dagli emiliani terzultimi in classifica.
Sia chiaro, nessun dubbio sul fatto che il Cagliari si salverà. Lo dice la classifica, lo dice l’andamento del Campionato, lo dice una rosa, un tecnico ed un progetto societario funzionale all’obiettivo. Ovvero, a punto, la salvezza.
Una permanenza in Serie A che il Cagliari sta costruendo alla Sardegna Arena, non in trasferta, dove invece, oltre ai pochi punti raccolti (appena 6, frutto di una vittoria di misura a Bergamo e 3 pareggi) e ai tanti palloni recuperati dalla propria rete (27, solo 7 quelli realizzati) spiccano due irritanti costanti che ne caratterizzano il mesto percorso continentale.
Prima irritante costante - La “collezione” di sconfitte (10) rimediate in giro per la penisola non permette alla banda Maran di dare continuità a quanto di buono riesce a realizzare e raccogliere tra le mura amiche. Risulta così impossibile venir fuori dalla spirale dei 38/40 punti che se da un lato (certamente) garantiranno la Serie A anche per la prossima stagione, contestualmente non risulteranno sufficienti per abbracciare quel qualcosa in più capace di non consegnare agli archivi e alle statistiche un’altra anonima annata (se pur meno sofferta rispetto alla precedente).
Seconda irritante costante - Si prende l’aereo con le migliori delle intenzioni (reali, ci mancherebbe) per poi rientrare alla base con in mano un pugno di mosche.
Le tristi conseguenze che ne derivamo - Una piazza (versione trasferta) sfiduciata (ed in parte rassegnata ancor prima che la squadra scenda in campo) e numeri non da Cagliari. 7 gol realizzatti (nessuno peggio della banda Maran) 3 pareggi ed un solo successo. Soltanto Chievo ed Empoli alle spalle dei sardi nella "speciale" classifica dei risultati esterni.
Buona salvezza a tutti.