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Senza mordente, chi tira in porta? Le pagelle rossoblù

Le pagelle del Cagliari, sconfitto rotondamente a San Siro dall’Inter

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Cragno: 6-. Poco può fare sulle reti nerazzurre, anche se potrebbe essere maggiormente reattivo in occasione del quarto gol siglato da Perisic. Buone nel primo tempo alcune decisive risposte, soprattutto quella sulla conclusione di Rafinha.

Andreolli: 4.5. Schierato sul centro-destra, conferma tutti i suoi limiti, sbagliando gran parte dei tempi di intervento e non seguendo a dovere Icardi. Male anche nell’azione che conduce al 3-0 nerazzurro, quando non accorcia su Brozovic.

Castan: 5.5. Il meno peggio del trio difensivo rossoblù, anche se il mancato filtro da parte del centrocampo lo costringe agli straordinari.

Romagna: 5. Non la migliore prestazione del difensore in questa stagione: ha a che fare con clienti complessi e non riesce a reggere il passo, sbagliando il tempo di alcuni interventi.

Padoin: 5.5. Senza infamia e senza lode (Dal 53’ Lykogiannis: sv).

Ionita: 5. Compitino svolto senza eccessi: si mostra troppo molle perdendo rimpalli in alcune decisive circostanze.

Cossu: 4.5. Non detta i ritmi della manovra, si nasconde tra le maglie nerazzurre, senza riuscire a districarsi (Dal 73’ Caligara: sv).

Miangue: 4.5. Marca con scarsa attenzione il diretto marcatore e dalle sue parti deve fronteggiare uno sgusciante Karamoh, oltre a Cancelo. Poco o nulla efficace in fase offensiva.

Giannetti: 4. Nessun movimento, nessuna reattività, nessun tiro in porta, soltanto uno stop ben effettuato al quale segue un improbabile dribbling: prima schierato esterno, poi attaccante centrale, appare svogliato e quasi “staccato” dal resto del gruppo.

Sau: 4. Invisibile, senza una giustificazione (Dal 49’ Faragò: 5.5. Cerca di proporsi in fase offensiva ma viene spesso ignorato).

Ceter: 4.5. Limiti tecnici incredibili e nessuna occasione creata. Giusto, tuttavia, sottolineare gli 0 palloni utili giunti in area.

Lopez: 3.5. Imposta la squadra col 3-4-3 (o 3-5-2, dipende da come lo si considera), passando poi al 4-4-2. Sconcertante l’approccio alla partita e la sua conduzione: schiera un undici senza mordente, senza voglia di dimostrare il proprio valore (specie per quelli meno impiegati), ma soprattutto senza la volontà di far comprendere ai tifosi l’attaccamento alla maglia rossoblù. Giusto, per carità, pensare al prossimo delicato match contro il Bologna, che potrebbe valere una piccola fetta di salvezza, ma una figura del genere a San Siro, senza un briciolo di onore, forse il Cagliari non l’aveva mai fatta.

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