Momento difficile per il Cagliari di Zeman, che tra poche ore partirà alla volta di Parma per quella che sarà una gara complicata e uno scontro salvezza vero e proprio. L’ex Jeda, ai microfoni di Gianluca Di Marzio, traccia una linea sul campionato fin qui disputato dal Cagliari. Ecco l’intervista.
Nel 2008 visse una situazione simile a quella del Cagliari di oggi. Come si esce da questi momenti?
“Ci sono tanti ragazzi, come Conti, Cossu, Pisano, che sono lì da anni e conoscono bene l’ambiente: sanno come gestire queste situazioni. Certo devono anche essere aiutati dai nuovi. In queste fasi delicate si cerca di fare gruppo. Devono assolutamente evitare di fare confusione. Sembra facile dirlo a parole, ma la tranquillità è di vitale importanza. Saranno molto aiutati dalla piazza, perché i tifosi del Cagliari tengono alla loro squadra come pochi e daranno come sempre un grosso contributo”.
Domenica c’è il Parma: proprio contro i gialloblù il suo primo gol a Cagliari. Il più bello?
“Se si parla di bellezza, credo di sì, in assoluto il migliore: azione in velocità, salto Couto e faccio partire un missile sotto l’incrocio. Di gol importanti ne ho segnati tanti altri, ma devo dire che quello è sicuramente il più bello. Poi era anche il primo in rossoblù”.
Che Cagliari ha visto in questa stagione?
“Il gioco mi piace molto. Come tutte le squadre allenate da Zeman è spettacolare, sempre all’attacco, cerca sempre il gol. Certo, nel calcio ci sono entrambe le fasi e il Cagliari deve essere bravo a trovare equilibrio. Ci sono molti giocatori di qualità in rosa e se trovano la giornata giusta possono fare molte reti. Ma capitano anche le squadre che non ti concedono spazi e in questi casi la squadra va in difficoltà. Se poi giochi sbilanciato, in Serie A in particolare, crei occasioni anche per gli avversari…”.
Tra i giocatori del Cagliari chi le piace di più?
“Se devo fare un nome su tutti dico Ibarbo: corre per tutta la partita senza soluzione di continuità, è un treno. Ha una velocità supersonica.Mi è piaciuto, e non solo quest’anno, anche Marco Sau. Da un po’ si sentiva parlare di lui, per quello che faceva nelle categorie inferiori, prima Lega Pro e poi Serie B. Arrivato in Serie A ha dimostrato di avere tutte le qualità per poterci stare, un ottimo attaccante. E poi Cossu, Conti, Pisano. Ma questi giocatori non li scopro certo io adesso, sono anni che fanno bene”.
Anche il Parma è in difficoltà: che partita sarà?
“Il Cagliari deve essere furbo a sfruttare l’occasione e il momento di difficoltà, sia sul campo che a livello societario, che sta attraversando il Parma. Però attenzione: ho visto giocare il Parma ed è tutt’altro che una squadra morta. Anzi ho visto un buon gruppo, che sa giocare a calcio. Purtroppo per loro i problemi societari stanno influenzando anche le prestazioni. Il Cagliari dovrà puntare su queste difficoltà e sfruttare il vantaggio psicologico che ne deriva”.
Cosa farà Jeda una volta appese le scarpette al chiodo?
“Spero di giocare ancora tanto (ora è all’Acqui in Serie D, ndr). Fino a quando mi sarà data l’occasione giusta di scendere in campo io la sfrutterò appieno. Poi logicamente arriverà un momento in cui dovrò fare certe valutazioni e capire se sarà opportuno smettere. Cosa farò dopo l’ho già in mente, ma non ci voglio pensare più di tanto. In futuro vedremo. In questo momento sono ancora un giocatore e sono felice di questo”.
Chi è stato più importante per lei, Allegri o Ballardini?
“Con Allegri ho giocato di più e in quel periodo siamo arrivati molto in alto. Dire chi dei due sia stato più importante per me è difficile. Ballardini è arrivato in un momento in cui tutti ci davano per spacciati, il Cagliari era già in Serie B. Invece lui è stato bravo, soprattutto a livello psicologico, ma anche a livello tecnico, a ricostruire la squadra. Allegri è arrivato subito dopo, riprendendo in mano quel discorso, e ha dimostrato di essere un grande allenatore sia a livello umano che tecnico, tanto è vero che ora è arrivato lì dov’è, allena la Juventus. In definitiva penso che tutti e due siano stati molto importanti per me”.

