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Garcia: “Ibarbo una fatalità, un piacere incontrare Zola”

L’allenatore della Roma alla vigilia della sfida del Sant’Elia

La Redazione
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Alla vigilia della sfida con il Cagliari il tecnico Garcia risponde ai giornalisti presenti nella sala stampa del centro sportivo di Trigoria.

Tante assenze in casa giallorossa

"Non ho mai avuto prima così tanti assenti, ma posso solo dire che faremo di tutto domani con i giocatori a disposizione. I miei giocatori sanno che devono dare tutti di più per compensare le tante assenze. A noi per ripartire basta una vittoria e faremo di tutto per averla. Lavoriamo quotidianamente sulla preparazione atletica con i preparatori e lo staff. Ad ogni modo un po' di sfortuna c'è, guardate i casi di Strootman e Iturbe. Altri si sono fermati in nazionale come Keita e De Rossi. Sono cose che capitano durante una stagione. Dobbiamo fare in modo che quando torneranno tutti faremo in modo di finire la stagione con meno problemi per avere più scelte e una squadra più forte sul lungo tempo".

Come sta il capitano?

"L'abbiamo risparmiato. Ha una mezza influenza e ha lavorato in palestra. Valuteremo nelle prossime ore".

Caso Ibarbo

"Sul caso Ibarbo le cose sono semplici. Aveva curato il suo infortunio al polpaccio. Ha un tendine rotuleo da sorvegliare ed era prevista una visita a Barcellona. Abbiamo preso un rischio in partita. Il giorno prima si è allenato e abbiamo valutato la sua disponibilità a giocare. Poteva giocare solo 20'. Ha giocato bene e il giorno dopo non abbiamo fatto nulla di particolare in allenamento. Né tiri, né salti, né scatti. Sui è infortunato ad un altro muscolo. E' stata una fatalità, niente di più".

L'errore più grave dall'inizio della stagione

"Lavoriamo tutti i giorni al massimo. Peccato che siamo usciti dalla Coppa Italia che volevo vincere. Rimangono campionato ed Europa League e daremo il 100%. Faremo di tutto per portare la Roma in alto alla classifica. La nostra storia di questa stagione è questa, ma vogliamo chiudere questo cerchio nero”.

Si lavora di più sulla fase difensiva o offensiva?

"Rispetto alla scorsa stagione non si possono fare paragoni. Noi lavoriamo su tutto. Dobbiamo essere più solidi in difesa e fare più gol in attacco. Dobbiamo rispondere sul campo. La verità esce dalle partite, non dalle mie parole".

Troppe pressioni sulla squadra?

"Io e Walter Sabatini abbiamo fatto in modo che i giocatori in questo momento di difficoltà diano di più. Devono essere consapevoli che rimaniamo con una squadra che può lottare con tutti, ma è necessario dare di più anche terminando la gara senza più benzina nel motore. La cosa che ho detto a tutto lo staff intero è che in questo momento dobbiamo fare tutti di più per dare questa spinta fondamentale e tornare alla vittoria. Soprattutto contro il Cagliari che siamo contati".

Ostacolo Cagliari

"Ha cambiato allenatore e da quando è arrivato Zola sta facendo bene. Sarà un piacere incontrare Zola, un grande calciatore e un grande allenatore. Come dico sempre, nelle nostre gare non dipende dall'avversario. Prima dobbiamo essere molto concentrati e se sarà così saremo competitivi".

Costruzione dell'azione dalla difesa e pressing

"Questa Roma non è quella della passata stagione. Noi giochiamo con questi giocatori. E quando ti manca qualcuno o sei costretto a schierare dei giocatori che non possono giocare ogni tre giorni, allora facciamo con quello che c'è a disposizione. Possono mancare gli automatismi, oppure dobbiamo mandare in campo qualcuno appena rientrato da un infortunio. Facciamo di tutto per avvicinarci al massimo dell'efficacia".

Che responsabilità ha in questa stagione?

"Il destino di questa Roma è non solo quello di lottare sempre per lo scudetto, ma anche in Europa. Questa cosa non si fa in un giorno, l'ho già detto. L'unica cosa che mi anima è ridare l'orgoglio alla città e ai tifosi, magari anche solo pensandoci, è ciò che voglio. La stagione non è l'obiettivo principale, il futuro della Roma è quello di una squadra importante in Italia e in campo internazionale. Ora che le cose vanno male, dobbiamo dimostrare di essere forti".

Scarso affiatamento difensivo o scarso filtro a centrocampo?

"Niente di tutto ciò. Di recente abbiamo affrontato squadre che puntano tutto sul contropiede. Forse è vero che abbiamo subito situazioni spalle alla difesa, ma dipende dalla qualità degli avversari. Noi dobbiamo migliorare, essere più compatti e dobbiamo salire di più: abbiamo anche difensori veloci, come Manolas, quindi non dobbiamo aver paura di essere alti. Nella ripresa con la Fiorentina abbiamo giocato molto alti e non abbiamo sofferto nulla, invece nel primo stavamo bassi e abbiamo sofferto. Io lavoro perché i miei giocatori si guardino allo specchio e vedano quanto sono forti. Chi non prende rischi, non va mai avanti".

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