Ad un certo punto ti guardi intorno e loro non ci sono più. Non c'è più quel numero 10 bianconero, quell'argentino nerazzurro, quel numero 3 rossonero. Ti accorgi che sei rimasto solo tu, l'ultimo delle bandiere, l'ultimo di un calcio che non c'è più, l'ultima testimonianza di quel passato glorioso del calcio italiano. Francesco Totti oggi ha 38 anni, tutti passati a dimostrare che uno come lui a Roma forse non lo vedranno più.
Lui, eterno capitano giallorosso da 296 gol in 730 partite, alla ventiduesima stagione con la squadra capitolina, numeri fantascientifici che comunque non daranno mai l'idea di cosa lui sia per i tifosi romanisti. Totti per loro è fede, è come una mitologica divinità , è un sentimento, è una scienza esatta. Perché oggi i monumenti della città sono lui e il Colosseo, perché lui è il senatore del ventunesimo secolo, è l'ottavo re di Roma. Ed è vero, i giocatori passano e la squadra resta. Ma nella Capitale, statene certi, Totti non passerà mai.
In queste ore il capitano giallorosso combatte con un attacco febbrile; farà di tutto per essere in campo al Sant'Elia e risultare così l'uomo più pericoloso dei capitolini.