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Udinese: la solidità smarrita, gli interpreti mancanti, il pericolo francese

Stramaccioni e i suoi faticano a ritrovare il giusto assetto, ma l'attacco è sempre una garanzia

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Come ogni domenica, analizziamo i pregi e i difetti dell'avversario di turno del Cagliari: oggi è il turno dell'Udinese di Stramaccioni.

I friulani, grazie ad una concretezza difensiva senza pari, hanno dato vita a un ottimo inizio di campionato, ma si sono poi persi: da Ottobre ad oggi, è arrivata infatti solo una vittoria e i problemi per Stramaccioni ora non mancano.

A cominciare dai pali, dove il promettente Scuffet (autore di un 2014 da protagonista) è stato accantonato a favore di Karnezis, il quale, nonostante le buone prestazioni fatica a tenere la rete inviolata.

Davanti a lui una difesa a 3 molto solida con Domizzi, Heurtaux e Danilo.

I tre sono stati protagonisti nelle prime otto giornate con soli sei gol subiti.
La loro esperienza unita ad una cura maniacale del dettaglio da parte del proprio allenatore, è la vera forza del reparto arretrato, che tuttavia va in crisi quando pressato sugli esterni.

I fluidificanti di fascia infatti, Piris e Gabriel Silva, sono molto votati all'attacco e lasciano ampi spazi ai propri avversari.
Non è un caso che da Ottobre ad oggi l'Udinese abbia sempre perso contro avversari molto forti sulle fasce (Fiorentina, Genoa, Milan), mentre l'unica vittoria sia arrivata contro l'Inter schierata con il 4-3-1-2 del nuovo arrivato Mancini.

A centrocampo, l'Udinese schiera Allan, Kone e Bruno Fernandes,  con quest'ultimo autentico faro e metronomo del gioco friulano, nonché unico goleador della linea mediana.

I tre hanno una discreta vocazione offensiva e riescono spesso ad innescare le punte con ottimi risultati.

L'attacco bianconero può contare infatti su uomini di valore assoluto, come Thereau ma soprattutto Totò Di Natale, il quale non ha certo bisogno di presentazioni.

L'attaccante italiano ha la media di un gol ogni due partite (otto reti in sedici presenze), mentre il francese ne ha messo a segno qualcuno in meno (sei in dicitotto gare) ma tutti decisivi. Ogni suo gol ha infatti portato alla base almeno un punto se non l'intera posta in palio.

I due si completano a vicenda, poiché mentre Di Natale è rapido e guizzante, Thereau risulta più fisico e abile nella costruzione del gioco, per un attacco che può impensierire qualsiasi avversario.
 

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