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Il Sassuolo ai raggi X: dall’anonimato della C alla scalata fino alla massima serie

Focus sugli avversari di sabato in terra emiliana

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Fino a dieci anni fa annaspava senza particolari ambizioni nei campionati di Serie C, poi con Massimiliano Allegri in panchina il Sassuolo conquistò la prima promozione in B. Senza dimenticare che la “prima volta” in C1 (attuale Prima Divisione) era stata appena due stagioni addietro.

La compagine emiliana lo scorso anno ha ottenuto una storica promozione in Serie A, venendo inglobata nello speciale gruppo di squadre di calcio italiane, militanti nella massima serie, non appartenenti a città capoluogo di provincia.

Nata nel 1920, stesso anno di fondazione del Cagliari, il Sassuolo è rimasta una società “anonima” fino al 2002, anno in cui divenne proprietario degli emiliani Giorgio Squinzi, amministratore unico di Mapei e presidente, dal 2012, di Confindustria, il quale garantì per il club una profusione di cospicue somme di denaro, che in poco più di dieci anni l’avrebbero portato a calcare i campi più importanti d’Italia.

Nel primo anno di Serie B il Sassuolo stupì tutti: al comando della classifica fino a prima di Natale, concluse però la stagione al 7° posto, non utile per i playoff. Playoff raggiunti il campionato successivo, dove il Torino in semifinale estromise i neroverdi.

Dopo il 16° posto nel 2010/2011, l’anno successivo gli emiliani sfiorarono la promozione diretta in Serie A, terminando a quota 80 punti in classifica (a -3 da Torino e Pescara, promosse direttamente). Ai playoff la Sampdoria, però, spense alla prima occasione i sogni del Sassuolo.

Era comunque il preludio alla salita in massima serie: lo scorso anno, sotto la guida di Eusebio Di Francesco, i neroverdi vinsero un campionato dominato. La rete di Missiroli al 96’ contro il Livorno aprì le porte alla festa di tifosi e giocatori.

L’esordio in massima serie, nel nuovo Mapei Stadium di Reggio Emilia (fino alla scorsa stagione era l’Alberto Braglia di Modena ad ospitare le gare interne del Sassuolo) è stato abbastanza traumatico. Quattro sconfitte nelle prime quattro giornate (tra cui il pesante 0-7 in casa contro l’Inter) hanno fatto comprendere che la Serie A sia tutt’altra cosa rispetto alla cadetteria. Il primo punto è stato conquistato a Napoli (1-1) e la prima vittoria è giunta il 20 ottobre 2013: 2-1 in casa contro il Bologna.

Il successo 4-3 sul Milan ha scatenato l’entusiasmo dei neroverdi, ma dopo una lunga serie di risultati negativi la società ha optato per il cambio. Via l’eroe della promozione Di Francesco, dentro Malesani. Oltre alla “rivoluzione” nell’organico nel corso del calciomercato di gennaio, con l’arrivo di ben 12 nuovi giocatori. Per il nuovo tecnico, però, assemblare la squadra in poco tempo è stato più che mai complicato, e i risultati non sono giunti: 5 sconfitte in altrettante partite l’amaro bilancio, e conseguente ennesimo cambio. Di nuovo al timone Di Francesco.

Domenica scorsa è arrivata una fondamentale vittoria, 0-2 in casa dell’Atalanta. Il Sassuolo ha così ricominciato a sperare, giungendo a quota 24 in classifica, a -1 dalla terzultima Livorno, e -3 da Chievo e Bologna.

La sfida con il Cagliari rappresenterà un autentico crocevia del campionato. Una vittoria significherebbe un grande passo in avanti verso la salvezza, la sconfitta suonerebbe invece come una semi-sentenza. Ma il Sassuolo tirerà fuori gli artigli: vuole vivere la Serie A anche la prossima stagione, senza essere una semplice meteora.

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