Nel calcio esistono due tipologie di allenatori. Ci sono quelli che allenano (e sono la maggior parte). Poi ci sono allenatori, o meglio maestri, un po' come Maurizio Sarri, che insegnano calcio. Ma Sarri più che un maestro, è un artista. Perché gli artisti creano opere d'arte. E lui ha creato un Napoli spettacolare, a sua immagine e somiglianza.
Forse neanche ai tempi di Maradona il pubblico del San Paolo aveva visto un calcio così incantevole, così perfetto, così affascinante. Eppure sotto il Vesuvio c'era soltanto il Dio del calcio, che due anni fa si era tra l'altro “permesso” di mettere in discussione un semplice umano come Maurizio Sarri. Le scuse sono arrivate dopo qualche mese. Pure Maradona si è accorto che Sarri non era poi un semplice umano. Ma un uomo che avrebbe cambiato il calcio italiano.
Tornando al Napoli, la squadra è praticamente la stessa di un anno fa. Ma l'impressione è che sia diventata ancora più forte. Sembrano marziani. Sembrano essere controllati da un joystick della play-station. Attuano trame di gioco chiare e definite, ma nonostante tutto mettono in difficoltà qualsiasi avversario. E non c'è “catenaccio” che tenga.
La squadra di Sarri gioca con massimo due tocchi. Una volta che un giocatore scarica il pallone, va ad attaccare lo spazio, senza dare punti di riferimento agli avversari. I movimenti sono maniacali. Quando un Insigne ha il pallone tra i piedi, dall'altra parte del campo c'è già un Callejon che scatta in profondità, con Mertens pronto in area di rigore, e con gli interni di centrocampo, Hamsik, Allan o Zielinski, che si inseriscono da dietro. La forza del Napoli di Sarri, sta nei movimenti senza palla. Nonostante sembrino prevedibili, vengono applicati con grande minuziosità, studiati quotidianamente e applicati in ogni partita.
Forse questo può essere davvero l'anno buono. Il Napoli, per il momento, è a punteggio pieno, con 18 punti dopo 6 giornate e insieme alla Juventus guida la classifica di serie A. Non era mai accaduto nella storia della squadra partenopea di partire così bene. E se il Napoli continua così, se non sbaglia con le piccole come accadeva in passato, e se la Juve commette qualche passo falso, allora questa stagione potrebbe entrare davvero nella storia.
Al San Paolo arriva un Cagliari ferito da due pesanti sconfitte. Ma ciò che più preoccupa della squadra sarda è la sua incredibile involuzione sul piano del gioco nel giro di due settimane.
Allora, per inseguire la settima vittoruia consecutiva in campionato, Sarri dovrebbe puntare su Reina in porta (il modulo è ovviamente il 4-3-3 “zemaniano”) mentre in difesa dovrebbe partire Albiol dal primo minuto, anche se leggermente acciaccato, e sarà affiancato da Koulibaly. Hysaj e Ghoulam saranno i terzini (attenzione a Hysaj, in ballottaggio con Maggio). A centrocampo ci sarà Jorginho a giostrare, supportato da Hamsik e Allan. Davanti il tridente delle meraviglie, Callejon, Insigne, Mertens.