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Buon compleanno Domingo!

Ripercorriamo la carriera di Domenghini nel giorno del suo settantaquattresimo compleanno

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Ogni tanto è bello ricordare gli eroi del Cagliari dello scudetto: e quale occasione migliore per farlo se non ripercorrendo la carriera di uno dei più grandi personaggi di quell’impresa storica nel giorno del suo settantaquattresimo compleanno? Stiamo parlando di Angelo Domenghini, nato a Lallio, in provincia di Bergamo, il 25 agosto del 1941.
Arriva in Sardegna nel 1969, a ventotto anni, con un discreto bagaglio sportivo alle spalle: ha già indossato le maglie di Atalanta (69 presenze e 17 reti) e Inter (134 presenze e 50 reti) e con i meneghini ha anche conquistato il “triplete” (Scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale) nel 1964, che gli è valso l’entrata nel giro della Nazionale.

Il suo carattere un po’ troppo esuberante, che non gli aveva impedito di rispondere per le rime alla moglie del neo-presidente neroazzurro, Fraizzoli, rea di aver detto: “Sono meglio dieci minuti di Corso che novanta di Domenghini”, gli vale un biglietto di sola andata verso la Sardegna, nell’operazione che porta Boninsegna in nerazzurro: lui pensa, come tutti in quegli anni, che quell’isola così lontana dalla terraferma avrebbe messo la parola fine alla sua carriera e, invece, per lui segna la svolta.

Arriva nel 1969 e diventa subito un idolo della tifoseria: grazie ad un carattere grintoso e a tanta classe diventa una pedina fondamentale della squadra rossoblù, che qualche mese dopo conquista il suo primo e unico tricolore, e di quella Nazionale che, nell’estate successiva, si renderà protagonista della partita più bella del secolo: Italia-Germania 4-3 (Domenghini, tra l’altro, aveva segnato il gol che aveva permesso agli azzurri di qualificarsi ai quarti di finale del torneo, battendo la Svezia con il risultato di 1-0), ai mondiali di Messico ‘70.

Nel 1973 arriva il momento di dire arrivederci alla Sardegna (dopo 99 gare e 18 reti) per seguire il filosofo Scopigno alla Roma, per poi passare l’anno seguente al Verona, andare nel 1976 a Foggia, nel 1977 a Olbia e chiudere la carriera nel Trento nel ’79.

Da allenatore non ha avuto molta fortuna e ha allenato diverse squadre, tutte nelle categorie minori: in Sardegna ha guidato l’Olbia e la Torres.

Noi però preferiamo ricordarlo per i successi che ha riportato sul campo, sia con la maglia rossoblù, grazie al quale è diventato uno dei miti di quel grande Cagliari, sia con la Nazionale, con cui è entrato nella storia.

Buon compleanno Domingo!

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