L’ennesima sconfitta del Cagliari, quella contro il Napoli nel primo posticipo della 31esima giornata di serie A, è stata raccontata per Sky Sport da Riccardo Gentile. Il giornalista e telecronista della pay TV, in esclusiva al nostro quotidiano, ha parlato a 360° del momento non di certo indimenticabile della squadra isolana.
Partiamo dal nuovo ribaltone in casa Cagliari: Zeman si dimette, al posto Festa.
“Credo che Zeman abbia fatto bene a lasciare, sia perché in campo la squadra non rispondeva, ma soprattutto, anche se lui lo ha negato, per quello che è accaduto ad Assemini prima di Cagliari-Napoli. L’arrivo di un nuovo allenatore fa poca differenza. Servirebbe un miracolo per centrare la salvezza”.
Che ne pensi della decisione della società circa l’affidamento della squadra a Festa?
“E’ di sicuro un uomo che conosce bene la piazza e che magari in queste ultime partite sarà capace di toccare le corde giuste. La sensazione, però, è che ormai sia troppo tardi”.
Giusto dare fiducia a Zeman all’inizio della stagione, poi chiamare Zola e 70 giorni dopo riportare a bordo Zeman?
“No. Credo che questo sia stato l’errore più grave. Io Zeman lo prenderei sempre, soprattutto per una squadra come il Cagliari. Giulini aveva fatto la scelta giusta, ma se scegli uno come il Boemo devi andare avanti con lui. Cacciarlo a ridosso della pausa invernale, impedendogli di fare il famoso richiamo di preparazione e alla vigilia di una serie di partite contro Palermo, Cesena, Parma, Udinese, Sassuolo e Atalanta è stato un errore. Per poi addirittura richiamarlo”.
Un giudizio sulla prima stagione alla presidente di Tommaso Giulini.
“E’ un presidente giovane, con tante idee interessanti e credo che alla lunga sarà in grado di fare il bene del Cagliari. Sbagliando s’impara… Ovviamente se la squadra, come penso, dovesse retrocedere il bilancio del primo anno sarebbe molto negativo”.
Venerdì sera, presso il centro sportivo di Assemini, un gruppo di tifosi ha avuto un colloquio accesso con i giocatori, e addirittura alcune indiscrezioni spiegano come si sia arrivati anche alle mani. Come commenti questi fatti?
“Difficile commentare. Dico solo che anche a Dortmund, i tifosi di una squadra che nel 2013 ha giocato la finale di Champions League e che fino a qualche mese fa era ultima in Bundesliga hanno chiesto un confronto con squadra e allenatore. Il messaggio sapete qual è stato? Che si aspettavano di più… Giudicate voi”.
Mancano sette giornate al termine del campionato, e il Cagliari sembra ormai rassegnato all’addio alla serie A. C’è ancora qualche possibilità che i rossoblù conquistino la permanenza nella categoria?
“Dispiace dirlo, ma sono pochissime. L’Atalanta si è ripresa battendo il Sassuolo e pareggiando a Roma e il calendario per la squadra di Reja è senz’altro più agevole”.
Quali sono stati gli errori che hanno portato i sardi a occupare i bassifondi della classifica e all’imminente retrocessione?
“Di sicuro le responsabilità vanno divise tra squadra, allenatori e società. A me fin dall’inizio sembrava una squadra priva di un terminale offensivo degno di questo nome. Sau, oltretutto, è stato anche vittima di infortuni. Non è mancata la sfortuna, spesso ho visto il Cagliari creare tanto ma concretizzare davvero poco. Una stagione disgraziata da tutti i punti di vista”.
Che impressione ti ha fatto il Cagliari in questa annata?
“In alcune partite mi ha entusiasmato, su tutte quella di San Siro contro l’Inter, ma anche in casa col Milan, a Empoli, a Napoli e nel primo tempo in casa contro l’Empoli nel giorno del ritorno di Zeman. In altre circostanze è sembrato bloccato, impaurito, come a Roma contro la squadra di Garcia, in casa contro la Juventus. Una squadra troppo fragile anche psicologicamente per reggere l’urto della lotta alla salvezza”.
Indipendentemente dalla categoria in cui militerà nella prossima stagione, da dove si dovrà cominciare per non commettere gli stessi errori che hanno condizionato il percorso della formazione isolana?
“Puntando su un allenatore bravo e ambizioso, dandogli il tempo necessario per lavorare. E cercando di mantenere alcuni giovani interessanti come Donsah e Joao Pedro”.