A come Adryan: seconda partita da titolare e seconda sostituzione per infortunio. Il leggerissimo trequartista brasiliano mette subito le mani avanti: “Non ho nessun legame di parentela con Pato”. Pastafrolla.
B come Bunker: quello eretto ieri dalla difesa rossoblù, che finalmente riesce nell’impresa di non prendere gol in casa. Contestualmente boom di accensioni di ceri nella basilica di Bonaria. Miracolo.
C come Cellino: o Curva Nord, o ancora contestazione, come quella che fanno partire i tifosi nei confronti del presidente, imitando la torcida del Leeds. Domani previsto un altro viaggio a Ginevra dell’imprenditore sanlurese: per la cessione del Cagliari? Macché: chiederà asilo politico alla Svizzera. Esiliato.
D come Di Natale: stagione sottotono quella del bomber campano, confermata anche ieri con tre errori sottoporta clamorosi. Ma Totò continua per la sua strada: d’altronde, con la riforma Fornero non può ancora andare in pensione. Sul viale del tramonto.
E come Eriksson: entra ancora a partita in corsa. Fa il suo senza brillare particolarmente. Se non per un’idea geniale: sfidare più di una volta Pereyra in velocità. Genio della lampada.
G come Guidolin: nel primo tempo, irrequieto staziona stabilmente nell’area tecnica, a un passo dal terreno di gioco. Tant’è che spesso a malapena si riesce a distinguerlo da Pisano: lo scucco è lo stesso. Esagitato.
I come Ibraimi: riesce a ritagliarsi un piccolo cammeo nel trionfo di ieri, sfruttandolo appieno e siglando un bellissimo gol. Per un posto da titolare però c’è ancora da tribolare: per farsi notare da Lopez, martedì grasso si presenterà all’allenamento vestito da Arlecchino. Disperato.
L come Laccetti colorati: quelli indossati, oltre che da Dessena, anche da Avelar, Ibarbo e Pinilla. Dessena soddisfatto, soprattutto perché stavolta il suo compagno di squadra cileno non si è dimenticato: per non rischiare gli ha attaccato un post-it sul frigorifero di casa Pinilla come promemoria. #Allacciamoli.
M come Mafiosi: così decidono di travestirsi i tifosi del Leeds per contestare la candidatura di Cellino alla presidenza del loro team del cuore. Vabbè, siamo in tempo di Carnevale, ma così è troppo! Allegorici.
N come Naldo: brutto pomeriggio quello passato dal difensore bianconero. Ibarbo lo ha fatto uscire fuori di senno: a fine primo tempo è uscito dal campo col naso all’insù, cercando ancora con lo sguardo di trovare il pallone che il colombiano aveva già messo dentro una mezz’oretta prima. Inconsapevole.
P come Perla Nera: altra gara maiuscola di Ibarbo, anche ieri imprendibile per i difensori friulani. Danilo e Naldo han dovuto fare l’abbonamento Ctm per stargli dietro. Frecciarossa.
R come Roberto Pereyra: l’argentino è un fulmine di guerra. Imprendibile per chiunque lo sfidi in velocità, compreso Eriksson il quale non avrebbe potuto stargli dietro nemmeno con un gancio traino. Imprendibile.
S come Salvezza: più vicina dopo la rotonda vittoria di ieri. E tifosi possono stare più tranquilli: d’altronde, se Cellino afferma di essere tornato da Leeds per salvare il Cagliari… Scaramanzia.
T come trequartisti: sovraffollamento in casa Cagliari con il recupero di Ibraimi. Quattro uomini per un posto. Ma tutto è spiegato: Cellino e Galliani a inizio stagione hanno scommesso una cena su chi avrebbe acquistato più trequartisti inutili. Tracotanza.
V come Vecino: grande prova dell’uruguagio, impreziosita anche da un gol al volo. Da encomiare la sua freddezza: non emozionarsi vedendo un cross degno di questo nome arrivare dalla zona destra del campo è un gran merito. Glaciale.
Z come Zibibbo: il tipico vino siciliano che i rossoblù berranno in vista della prossima trasferta a Catania. Esentato Cellino: già ne dice così da sobrio… Sbornia.