A come Adryan: il piccolo e giovane trequartista brasiliano gioca con personalità nonostante il suo aspetto da pulcino bagnato. Fa tenerezza a vederlo lottare con i giganti della difesa interista, fino a che si infortuna e sventola bandiera bianca. Calimero.
B come Bedi Moratti: sempre presente in tribuna d’onore, è da immenso tempo la prima tifosa interista e non si perde una partita. In tutti questi anni, però, è sempre attuale la stessa domanda per lei: ma perché quel colpo di sole frontale? Ossigenata.
C come Cossu: buona prestazione nell’insolito ruolo di mediano. Il folletto sardo è sembrato a suo agio e sereno: se non altro, il rischio di trovarsi a tu per tu col portiere avversario è ora ridotto al minimo. Rilassato.
D come Diego Milito: Diego chi? Ah sì l’attaccante argentino dell’Inter. Più che un giocatore ieri è sembrato Slimer dei Ghostbusters. Ectoplasma.
E come Erick Thohir: il neopresidente nerazzurro torna dall’Indonesia per l’occasione. Arriva fiducioso di assistere a una grande prova dei suoi, ma gli vanno male i piani. Almeno, però, non è venuto a vuoto: in un pomeriggio ha imparato gran parte del repertorio degli insulti calcistici ai giocatori in italiano. Annoiato.
F come Famiglia Cellino: ormai trasferitasi in massa a Leeds, la dinastia celliniana si sente di casa in terra d’Oltremanica. Se non altro, i figli del presidente sardo non avranno problemi ad aggiornare il proprio profilo Facebook di nuovi album di fotuzze stile bimbi minchia. Esterofila.
G come Giapponese volante: il piccolo Samurai Nagatomo sembra fatto di gomma. Corre, salta, prende spallate e si rialza come niente fosse. Più che un terzino sembra un kamikaze. Cavalletta.
I come Icardi: entra a partita in corso e per poco mette a referto il secondo gol consecutivo, solo la traversa glielo nega. Finalmente è tornato a essere giocatore invece che attore porno in coppia con la fidanzata Wanda Nara. Black Mamba.
J come Jonathan: il terzino destro nerazzurro a fine gara riconosce il merito degli avversari. Affermazioni che gli saranno fatali: Mazzarri il piagnone non perdonerà e lo schiafferà in panchina. Onesto.
L come Lopez: il 2014 non è stato finora benevolo con lui. Pochi risultati, questioni extracampo e esoneri paventati sono fonte di ansia per il mister: fino a qualche settimana fa sembrava Renegade, oggi ha un ciuffo di capelli bianchi niente male che pare Bedi Moratti. Stressato.
M come Mazzarri: il tecnico toscano non si smentisce mai, e a fine partita ha da recriminare con l’arbitro, con la sfortuna e con gli dei dell’Olimpo. Di gran lunga favorito per il premio “Piagnina d’oro” alla carriera. Salice piangente.
N come Nainggolan: segna il suo primo gol in maglia giallorossa, poi si fionda subito a vedere il suo Cagliari ed esulta a veder segnare suo “fratello” Pinilla. Porta ancora i parastinchi coi quattro mori: restare a Cagliari no eh? Malinconico.
P come Pinilla: il Pistolero si ripresenta dal dischetto senza paure, dopo il rigore fallito a inizio anno col Chievo. D’altronde, l’occasione di esultare togliendosi la maglia e mostrando tutti i suoi tatuaggi era troppo ghiotta. Killer.
R come Russo: arbitra bene e non ha remore a fischiare un rigore contro i padroni di casa a San Siro. D’altronde, nel Cagliari la presenza di Pisano, socio come lui del club “Scuccati di serie A” facilita la benevolenza nei confronti dei rossoblù. Diversamente stempiato.
S come Salerno: il ds rossoblù in settimana ha fatto da pompiere, spegnendo tutti i focolai accesi in settimana nello spogliatoio rossoblù. Artefice della riconciliazione tra Lopez e i piani alti della società. Dottor Stranamore.
T come Tabanelli: rinfrancato dall’aver finalmente trovato una squadra in pianta stabile, segna pure in allenamento. Ma la sfiga vuole che problemi di transfer gli impediscano di scendere in campo anche questa domenica. Perseguitato (dalla sfiga).
U come Ultima spiaggia: quella che si profilava essere per Lopez la partita di San Siro. Dopo il buon pareggio il tecnico uruguagio tira un sospiro di sollievo: ora si sente intorno alla quinta fermata del Poetto. Pericolo scampato.
V come Vlada: dopo le ultime prestazioni incerte, Avramov si riscatta; inoltre ha capito di dover uscire di più. E difatti non si è fatto pregare due volte: peccato che cercare farfalle (vedi traversa di Icardi) non rientra tra i compiti di un portiere. Comunque saracinesca.
W come Walter Samuel: il difensore nerazzurro sembra il difensore insuperabile di qualche anno fa, quando veniva chiamato “The Wall”, il Muro. Eppure spesso dalle sue parti è transitato Ibarbo, uno che in quanto a martelli pneumatici… Roccioso.

