Per il Cagliari matricola in serie A per la prima volta nella sua storia, il destino era molto simile a quello dei giorni nostri, quasi cinquant'anni dopo. Un ventenne Gigi Riva era esordiente in Serie A e da subito dimostra la sua confidenza con il gol. Il calendario porta il Cagliari sul campo dei “Grifoni” alla quindicesima giornata, nella domenica che precede l'Epifania 1965.
Gli isolani sono ultimi in classifica con appena otto punti come il Mantova, ma a fine campionato sarà rimonta, come avverrà nel '91 con Ranieri, sempre da neopromossi. Nei piani alti - manco a dirlo - comandano le tre “strisciate”: guida il Milan con ventisei punti, segue l'Inter a ventidue, con i bianconeri terzi a diciannove. Anche la Torres viveva nel frattempo una delle sue epoche più floride: terza in serie C con diciannove punti, ma a una sola distanza dalla vetta, che vedeva appaiate a quota venti Ternana e Arezzo.
I liguri avevano i punti di forza nelle intercambiabili ali Cappellini e Gilardoni, ma entrambi, nel loro continuo invertirsi, trovano sul proprio sentiero due “mastini” come Martiradonna e Tiddia, col difensore di Sarroch che ingaggia il suo duello prevalentemente contro Cappellini. Si chiude a reti inviolate la prima frazione, coi padroni di casa che premono maggiormente, e l'estremo difensore Colombo è chiamato più volte a impegnative parate.
Nella ripresa entra in campo un Cagliari più sciolto e spensierato, che dopo cinque giri di lancetta trova con Riva il guizzo vincente: Greatti fa suo il pallone andando a sradicarlo dai piedi di Pantaleoni e si invola verso la porta avversaria, indirizzando un tiro/cross verso i pali di Da Pozzo; Riva è in agguato e di testa corregge verso la porta firmando il provvisorio vantaggio.
Ma la festa dura poco, poiché il Genoa agguanta il pareggio al 57' con un bolide col destro di Zigoni dai sedici metri. A dieci minuti dal termine è Riva ad avere sui piedi il pallone della vittoria, ma nella mischia termina a terra, rimediando anche una delle sue rare ammonizioni in carriera.

