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Verso il Como, Nicola: "Non vedo l'ora di ritrovare il Como"

"Dobbiamo ancora crescere tanto, voglio la bramosia"

La Redazione
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Domani il Cagliari affronterà il Como alla Unipol Domus, nel posticipo della seconda giornata di campionato. Davide Nicola ha parlato alla stampa nella consueta conferenza pre partita.

Ecco le sue parole:

“Situazione infortunati? Zortea e Makoumbou non ci saranno, il secondo perchè ha dei carichi di lavoro da smaltire, vediamo. Nadir riprende con noi martedì.

Le critiche di De Rossi al mercato? Noi per fortuna non abbiamo molte situazioni di mercato aperte, me è importante che i giocatori siano consapevoli che, nonostante siano al centro di voci di mercato, non si distraggano mai e continuino a lavorare con serietà, come per esempio ha fatto Di Pardo. Noi avevamo la squadra fatta al 70% quando è iniziato il campionato, quindi non avevamo questi problemi. Certo che però ha una durata molto lunga. 

Ritroviamo il Como, dopo l'amichevole di luglio. É passato del tempo ed è difficile definire il Como una neopromossa perchè il modo in cui è progettata per affrontare questo campionato non è da neopromossa. Vogliono costruire gioco e non ti lasciano spazio. Dovremo essere abili. É passato tanto tempo da quell'amichevole e siamo già due squadre diverse. Proprio per questo non vedo l'ora di riconfrontarmi con loro.

In questo momento ci stiamo focalizzando sulla crescita e l'identità da acquisire e credo che, in 10 gare, si possa capire quali risultati si stanno raggiungendo, siamo solo alla terza partita. In questo momento il risultato non è l'indicatore più importante, abbiamo fatto delle buone gare ma dobbiamo ancora crescere. Saremo cresciuti nel momento in cui non dovremo più pensare a quello che stiamo facendo e ci verrà naturale. Al momento, pensiamo troppo, ma con il lavoro quotidiano e le gare ufficiali, miglioreremo.

Wieteska è stato al centro di voci di mercato ma siamo professionisti e siamo abituati a queste situazioni, poi non sempre le voci di mercato sono vere, quindi bisogna focalizzarsi sul lavoro che si fa, un campione sa gestire le emozioni anche in questo senso. Mina e Palomino hanno lavorato con noi tutta la settimana e puntiamo tanto su di loro, hanno caratteristiche diverse e complementari, li schiererò in base a ciò che mi servirà in quella determinata partita. Li ho visti pronti, ma ovviamente non hanno ancora minuti nelle gambe. 

Secondo me non esistono partite facili, ci sono partite complesse che dipendono dall'avversario, dalle condizioni tue e dell'avversario e da tanti altri fattori. La competizione ti porta a migliorare. Io voglio dai giocatori la bramosia, la voglia, di competere. Tutte le partite saranno difficili e, infatti, le gare disputate finora hanno dimostrato che tutti sono competitivi. Le prestazioni sono finalizzate sì, a fare risultati, ma mi interessa di più il processo di crescita della mia squadra.

Una cosa che mi piace molto è che il Como ti obbliga a non fissarti su un modulo ma, per contrastarli, bisogna essere bravi a leggere i momenti e cambiare in corsa, così esprimeremo ciò su cui stiamo lavorando. Ci è già successo contro la Roma.  Viola? Non è al top ma è fondamentale perchè ha un grande senso di appartenenza. É molto amato dai tifosi ma io spero che  loro arrivino ad amare ogni singolo dei miei ragazzi.

Azzi? Può giocare a destra e a sinistra e io credo che possa farlo senza problemi. É un giocatore che non ha la consapevolezza piena delle sue potenzialità, voglio che provi e sbagli e allora sarà in grado di dare una grandissima mano.

Pavoletti ha detto che io li convinco  del fatto che sono i più forti? Sono contento di queste parole, a me piace persuadere il giocatore delle qualità che sono convinto che abbia, dico ai miei ragazzi ciò che vedo giorno per giorno. A me dà fastidio quando una persona non si esprime a pieno perchè è inibita dall'ambiente. Rispettiamo l'unicità delle persone. Io credo nel lavoro e non regalo niente, mi arrabbio spesso quando vedo che il lavoro non è fatto come dico io, anche se qua non mi è ancora mai capitato. Lasciamo i ragazzi liberi di provare e sbagliare, solo così possono esprimersi e crescere.

Io preparo i miei ragazzi per il gioco che voglio esprimere e per ciò che penso di ottenere. Quando dico che il risultato non è la cosa più importante intendo che deve essere il risultato di ciò che stiamo facendo giorno per giorno, perchè non abbiamo ancora completato il nostro percorso. 

Durante la settimana ci concentriamo solo su di noi e su ciò che dobbiamo migliorare e perfezionare. Poi studiamo l'avversario per capire quali difficoltà potremo incontrare e quali soluzioni possiamo trovare, attraverso delle esercitazioni. I recuperi contro la Roma sono stati molto buoni, sono contento. A noi piace aggredire e dovremo dimostrarlo sempre e con chiunque, anche se troveremo ovviamente delle difficoltà legate all'avversario. Mi piace dovermi misurare con le strategie dei colleghi, perchè ti porta a trovare sempre delle soluzioni nuove.

L'entusiasmo della gente è molto bello, credo sia così da diversi anni e, se riuscissi a farlo immedesimare in ogni partita, sarebbe la cosa più grande. L'unico modo per farlo è lavorare sempre e far vedere che ci impegniamo al massimo”.

 

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