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L'esonero? Una controtendenza

Negli anni passati, in mancanza di risultati, le società italiane avrebbero fatto immediato ricorso all’esonero degli allenatori. Ora qualcosa sembra essere cambiato

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L’esonero, come il grande libro del calcio afferma, è la procedura attraverso cui le società decidono di dare una scossa importante alla loro squadra, sostituendo la guida tecnica. Uno “sport” che nelle competizioni calcistiche italiane ha preso il sopravvento negli ultimi anni. Tuttavia, di recente, c’è stata un’inversione di tendenza in tal senso. La stagione di Serie A attualmente in corso, infatti, ha dato dei punti di riflessione interessanti.

A Cagliari, per esempio, nonostante le prestazioni poco convincenti fuori dalle mura amiche e una difesa da riaggiustare per i troppi gol subiti, parte della tifoseria rossoblù ha chiesto a gran voce l’allontanamento di Massimo Rastelli dalla panchina isolana. Per contro, il sodalizio di Via Mameli ha voluto fortemente la conferma del tecnico campano, segno di puntare su un progetto a lungo termine e ad ampio raggio e di non voler effettuare sostituzioni in corsa nel ruolo di guida della prima squadra cagliaritana.

Situazioni simili si sono verificate anche in altre piazze del massimo campionato italiano di calcio, ovvero Empoli, Pescara e Crotone. Diverse fonti di stampa davano Giovanni Martusciello, Massimo Oddo e Davide Nicola a forte rischio, ma recentemente i tre tecnici hanno cominciato a far rialzare la testa alle rispettive formazioni, grazie anche alla totale fiducia che i dirigenti hanno riposto nei loro confronti.

Nella Serie A 2016-2017, al momento, a rappresentare l’unica eccezione a tale controtendenza è stata l’Udinese (che ha optato per Luigi Del Neri per il dopo Beppe Iachini). La staffetta tra i due allenatori ha prodotto l’effetto sperato dalla famiglia Pozzo, con risultati e gioco nettamente migliorati rispetto all’avvio della nuova annata.

Non ha sortito l’effetto sperato, invece, il cambio della guardia a Palermo tra Davide Ballardini e Roberto De Zerbi. L’ex Foggia rimane comunque saldo al suo posto, come ha dichiarato recentemente il vulcanico presidente rosanero, Maurizio Zamparini.

In definitiva, cambiare può essere salutare oppure anche essere controproducente.

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