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L'oggetto non è più misterioso... e per Lopez?

Ibraimi è una certezza

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L'oggetto non è più misterioso. Le qualità già fatte intravedere da Agim Ibraimi sono state pienamente confermate. Oltre a essere un prezioso asso nella manica di Mister Lopez, il macedone va a anche a colmare una lacuna prepotentemente emersa nella partita a san Siro contro l'Inter: la mancanza di palleggiatori e di «tiratori» dalla distanza.

Andando ad analizzare le occasioni da gol create dai rossoblù a Milano, emerge come non siano state poi così poche, malgrado il maggior possesso palla nerazzurro, soprattutto nei secondi quarantacinque minuti. Il Cagliari è andato sei volte al tiro, ma Handanovic non è stato chiamato a effettuare alcuna parata, in quanto tutte le conclusioni sono terminate all'infuori dello specchio della porta.

Nel primo tempo Ibarbo, al termine di un guizzo partendo dalla posizione di ala destra, una volta andato via all'uno contro due e accentratosi, ha provato un sinistro a giro verso il palo lontano. Vecino, col destro, ha “schiacciato” troppo l'angolo verso il primo palo. Entrambi stavano facendo le prove generali in vista Udinese, possiamo affermare col senno di poi. Nella ripresa, Pinilla ci ha provato col destro dai venti metri.

Le due conclusioni “scandinave”, targate Eriksson ed Ekdal, totalmente da dimenticare. Cossu, col destro da posizione centrale dietro la lunetta, è andato più vicino al bersaglio.

L'handicap si ingigantiva al momento delle palle da fermo, complice l'assenza di Conti, indiscusso primo battitore. Nenè, al quale il capitano concede una o due punizioni a partita, è stato impiegato solo nel finale. Ergo, senza nemmeno più Naingollan, centrare la porta da oltre i sedici metri diventava sempre più problematico. Benventuo dunque al fatato sinistro di Agim.

Un gol col mancino sotto la curva Nord, come in passato hanno fatto De Patre al Verona, Pusceddu al Bologna, Langella al Palermo. Per la salvezza, ci sarà ancora bisogno del suo contributo.

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