Alla vigilia della gara con i gigliati toscani, il Cagliari poteva vantare una solidità difensiva costruita sul duo formato da Ceppitelli e Bruno Alves. Lo stop occorso al centrale italiano, ha chiamato in causa Salamon che in coppia con il portoghese non ha mai mostrato appieno le proprie indiscutibili doti.
Probabilmente il polacco ha caratteristiche simili al nazionale lusitano, che con accanto un marcatore riesce a dedicare parte del gioco anche alla fase d’impostazione. Non sorprende che con l’ingresso in campo di Capuano, coinciso con il normale rilassamento avversario in virtù di un ampio vantaggio, i rossoblù abbiano ritrovato attenzione e una quadratura difensiva.
Capuano non è una novità , è un centrale che lascia poco spazio allo spettacolo, ma dimostra di essere dannatamente efficace e sempre concentrato. Duttile, umile e agonisticamente cattivo, è capace di prendersi cura degli attaccanti avversari attraverso marcature serrate ed interventi ruvidi.
L’inizio di stagione coinciso con una collocazione nella difesa a tre prima e il leggero infortunio poi, lo hanno relegato al ruolo di spettatore, ma non appena si è presentata l’occasione di scendere in campo, ha ricordato a tutti quanto possa risultare importante il suo apporto nel corso del campionato.
Il calendario presenta una sfida ravvicinata, ovvero quella contro i capitolini biancocelesti allenati da Simone Inzaghi. Rastelli nel dopogara domenicale ha annunciato che per la sfida dell’Olimpico schiererà una formazione in base alle indicazioni ricevute nella gara contro la Fiorentina e tenendo conto del recupero dei vari indisponibili.
Si apre così un ballottaggio per una maglia da titolare da affiancare al confermato Bruno Alves. Probabilmente saranno tre i nomi in lizza, con un Capuano che ha mostrato di essere fisicamente e psicologicamente pronto a scendere in campo dal primo minuto. La gioia per il primo goal in A, unita alla voglia di rivalsa di tutta la squadra, può regalare un Cagliari corsaro e desideroso di ripetersi dopo l’impresa di Milano.
La sconfitta con la Fiorentina può rivelarsi così una salutare sconfitta che da un lato riporta tutti con i piedi per terra, e dall’altro dona occasioni per tutti coloro che aspettano con ansia una nuova chance per dare il proprio contributo alla causa rossoblù.