Il Cagliari si avvicina all’esordio in campionato. Domenica, prima stagionale contro il Genoa a Marassi. Dopo una buona estate ed una buona preparazione (e certamente dopo un quasi ottimo calciomercato), i rossoblù mettono nel mirino l’obiettivo stagionale (la salvezza) e corrono, sudano e faticano affinché il traguardo possa essere tagliato il prima possibile. Che non ci siano patemi d’animo, insomma.
Un Cagliari camaleontico, che gioca con il 3-5-2 e che non scorda il 4-3-1-2. Una squadra completa in tutti i reparti (forse manca un terzino sinistro) pronta a dare battaglia e a giocarsela con chiunque. Questo almeno nelle intenzioni.
Positivi i segnali giunti dal pre-campionato. Bene la prima di Coppa Italia, ma la polvere sotto il tappeto contro la Spal si è vista. Troppe sbavature difensive. Insicurezze (già viste in precedenza) che in campionato si pagano a caro prezzo. Poco da dire: gli emiliani meritavano il vantaggio e fino al gol “liberatorio” siglato da Borriello sono riusciti a tenere in scacco il Cagliari. 5-1, un risultato bugiardo e fin troppo generoso per quanto visto ed espresso in campo e che deve far riflettere.
Piedi per terra, c’è tanto da fare e migliorare. La manovra collettiva ancora stenta a decollare. I singoli con le loro giocate (vedi Borriello) fanno la differenza. La sinfonia è ancora un po’ stonata, serve pazienza ed attenzione, consapevolezza che i dettagli faranno la differenza. Il Cagliari di fatto è alla ricerca di un’identità (di gioco e persoanlità) precisa.
A centrocampo si corre, spesso troppo e male, a tratti meno ma con poche idee. In seconda linea il lavoro da fare è tanto. Davanti Sau e Borriello sembrano giocare insieme da una vita. Vero, ottimo. Sarà importante la gestione del gruppo e dell’intera batteria d’attaccanti a disposizione del tecnico rossoblù.
La polvere sotto il tappeto c’è: non ci si illuda, va tolta. Piedi per terra, testa bassa e lavorare.
In bocca al lupo, Cagliari.
