In un Sant'Elia vestito per le feste, con l'abito rosso e blu, non poteva mancare la firma di Marco Sau. Perché il ritorno in serie A è «la vittoria di un'intera Isola, che per un sardo ha un sapore speciale». La promozione, il primato in classifica riconquistato e la festa con lo stadio tutto esaurito e per le vie della città, fanno rimarginare «la ferita aperta della retrocessione». Parola di Pattolino. E come dargli torto?

C'è anche marchio dell'attaccante sul primo obiettivo raggiunto dal Cagliari, il salto di categoria, e sul secondo, sempre più vicino, del primo posto in campionato. Sabato pomeriggio, contro la Salernitana, gli sono bastati tredici minuti per prendersi la scena, quando ha dato il via, con un delizioso cambio di gioco sulla sinistra per Joao Pedro, al contropiede che si è concluso col tap-in del 2-0 firmato da Giannetti.

Altri cinque giri di lancetta, invece, per iscriversi sul tabellino dei marcatori, mettere il punto esclamativo sull'incontro e mandare in delirio i 16 mila del Sant'Elia. Servito in verticale da Deiola, Sau, spalle alla porta, lascia impietrito un avversario con un tocco di suola, prende la mira e, in una frazione di secondo, arma  il piattone destro e supera Terracciano. Un colpo da biliardo. Giù il cappello.

E poi l'esultanza davanti alla Curva Nord, l'urlo liberatorio, le mani che invitano il pubblico a saltare sempre più e l'abbraccio dei compagni. Tutto, rigorosamente, con le note a palla di Fly Project. Quell'«O male sim parlar, o mate la noche samba», questa volta, ha un suono più piacevole. E' emozionante, è contagioso, fa venire i brividi.

Sau, in un pomeriggio perfetto, ha calciato via, finalmente, i problemi muscolari che non gli hanno dato tregua in questa stagione. Ora non c'è più nessun dubbio: Pattolino c'è!