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Cagliari e Inter, destini incrociati

Tanti i parallelismi tra le due società e le occasioni in cui le rispettive strade si sono incrociate

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Domani andrà in scena a San Siro il match tra Inter e Cagliari: due società finora autrici di un campionato non certo esaltante e ancor meno consono alle aspettative delle rispettive tifoserie, entrambe vittime di non pochi scombussolamenti a livello societario piuttosto che tecnici.

Da qualche mese i nerazzurri sono passati dalle mani passionevoli di un presidente tifoso, Massimo Moratti, a quelle del ricco magnate straniero dal nome esotico, l’indonesiano Erick Thohir. La piazza, tuttavia, sembra già manifestare segnali di insofferenza nei confronti di un presidente poco presente, che prima di spendere vorrebbe sistemare i conti e magari mettere a bilancio qualche entrata degna di nota: le fila del partito dei nostalgici morattiani iniziano a ingrossarsi.

Piazza in subbuglio anche a Cagliari, ma qua i motivi sono diametralmente opposti. A scontentare i tifosi, in questo caso, è il presidente in carica – ma chissà ancora per quanto – Massimo Cellino, anch’esso accusato di essere ultimamente poco presente distratto com’è dall’operazione di acquisizione del club d’oltremanica del Leeds United: il magnate straniero dal nome esotico, al contrario, in terra sarda è auspicato e atteso come la manna dal cielo.

Dopo la cessione delle quote dell’Inter, è probabile assistere a un altro passaggio di proprietà anche nel capoluogo sardo, seppur ancora non sia certa la figura dell’acquirente: figura alla quale per qualche ora è stata accostato anche il faccione dello stesso Moratti. Ipotesi, però, volatilizzatasi tanto velocemente quanto il modo in cui era venuta alle cronache.

Come dimenticare, invece, la maniera in cui i destini di Cagliari e Inter si incrociarono nelle epoche d’oro dei due club? Quegli anni Sessanta iniziati con la leggendaria Inter di Helenio Herrera e Angelo Moratti e conclusasi, a cavallo degli anni Settanta, con lo scudetto rossoblù, con il presidente nerazzurro che lascia il club milanese nel 1968 per acquisire le quote della società sarda, pur restando formalmente fuori dai piani dirigenziali: il suo apporto economico fu comunque decisivo per trattenere i campioni (su tutti Gigi Riva) e vincere l’indimenticabile scudetto del 1970.

O ancora, la volta in cui le strade coi nerazzurri si incrociarono sul campo ma stavolta da acerrimi avversari: era il 1994, e la doppia sfida nelle semifinali della Coppa Uefa è ancora viva nelle menti dei tifosi, soprattutto di quelli rossoblù. Alla gioia della vittoria in rimonta del Sant’Elia per 3-2 seguì la bruciante delusione della partita di ritorno persa per 3-0. Qualche malizioso gettò ombre su quella partita: il resto è storia.

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