Quando all’inizio della stagione il Cagliari veniva identificata come una corrazzata destinata ad avere ben pochi problemi nell’immediata risalita, risultava estremamente difficile riscontrare pareri contrari a tale tesi.
Nel corso del campionato diverse e molteplici difficoltà sono emerse, a fronte di un calendario come quello cadetto infinito e ricco d’insidie, la partita di Bari è sembrata l’occasione giusta per Rastelli e tutti coloro che sono scesi in campo, al fine dir cancellare in un solo colpo i differenti e contrastanti sentimenti maturati.
Di fronte ad un pubblico di uno stadio “San Nicola” gremito e che diverse piazze di A invidiano, si è potuto ammirare il Cagliari migliore della stagione, che ha ricordato a tutti di cosa è capace se determinato nella voglia di sfruttare le sua indiscutibili doti.
Dal primo all’ultimo minuto, grinta, concentrazione, sacrificio, spirito di squadra e letale concretezza sono tutte peculiarità messe in mostra da tutti, nessuno escluso: partendo dalla leadership di Storari, passando per la ferocia di Pisacane, le trame di Fossati e Di Gennaro, sino ad arrivare alla trascinante spensieratezza del duo Farias-Pedro, tutti ben consci della posta in palio e di come il tempo dell’attesa dovesse necessariamente terminare. Il goal liberatorio, quello messo a segno da uno dei ragazzi più giovani e a torto maggiormente criticato, è lo specchio di come tutti i componenti della rosa, indipendentemente dalla ruolo e dall’esperienza maturata, avessero coscienza dell’appuntamento con la Storia.
Una vittoria, una promozione, una festa che deve essere necessariamente il trampolino di lancio al fine di garantire un Cagliari entusiasta, che mantenga lo spirito ammirato in una partita che rimarrà impressa nel cuore di chi ama i colori rossoblù.