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Svegliarsi è bello: non dormire, di più

Il Cagliari troppo spesso in questo campionato si è trovato a dover rincorrere il risultato. Non sempre la rimonta è possibile. Occorrono accorgimenti

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Entrare in campo con l’atteggiamento giusto, con la dovuta concentrazione e la necessaria dose di cattiveria agonistica, nel calcio (come in qualunque altro sport) è fondamentale, per non trovarsi nella “condizione” di dover affrontare una gara in salita.

Più volte, durante la stagione, dunque non solo a Trapani, il Cagliari ha peccato sotto questo punto di vista. Prima gli “schiaffi”, poi la reazione. Non sempre l’impresa della rimonta riesce, e non sempre si ottengono i tre punti.

Al netto di un organico falcidiato da infortuni e squalifiche, la compagine rossoblù si è trovata ancora una volta nella condizione di dover rincorrere. Non proprio il massimo per una squadra che vanta indiscutibilmente il miglior organico della serie cadetta e le migliori individualità.

Proprio quelle che poi finiscono per sistemare le cose: Joao Pedro, decisivo in Sicilia, così come in casa contro il Como in piena “zona Cesarini”, ne è una dimostrazione.

Insomma, questione di mentalità, non solo di emergenza contingente. Ed allora l’invito - la critica costruttiva che si può e si deve muovere alla banda Rastelli – è di far in modo che si trovi al più presto la giusta “medicina” a questo spiacevole e pericoloso male.

La promozione non è in discussione, ma certamente ancora da guadagnare sotto il punto di vista della matematica; i rossoblù tuttavia sono lì, ad un passo dal traguardo.

Non ci si può però accontentare. Il Cagliari ha il dovere morale di vincere il campionato. Per farlo, non serve svegliarsi ma non dormire mai. 

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