Non rappresenta un mistero il fatto che il Cagliari venga comunemente etichettato come una squadra vincente, ma non convincente. Un collettivo che, nonostante i grossi nomi a disposizione, è raramente capace di esprimere un gioco corale foriero di soddisfazioni estetiche, oltre a quelle relative alla classifica.
Tuttavia uno sguardo più attento induce a qualificare la squadra rossoblù come un collettivo che fa di necessità virtù, che si adegua ad un campionato dove l’utilizzo del fioretto deve lasciar spazio a quello della spada. In particolare gare come quella che è valsa il passaggio del turno in Coppa Italia con il Sassuolo e l’ultima vittoria con il Latina mettono sotto una diversa luce la compagine rossoblù. In concomitanza di partite disputate con squadre che provano nonostante tutto ad affrontare la squadra di Rastelli a viso aperto, si è potuto assistere a gare divertenti, con il Cagliari abile e capace di esprime il proprio indubbio potenziale.
Nell’ultimo match in terra laziale, i padroni di casa, a differenza della maggior parte delle concorrenti al campionato cadetto, non hanno improntato il proprio operato unicamente sulla fase difensiva, speculando in gran parte sul gioco avversario. Ciò ha concesso tra l’altro al centrocampo rossoblù di respirare maggiormente in fase d’impostazione, i terzini hanno goduto di maggiori spazi per le proprie iniziative offensive come mostrato dall’ottimo Barreca ed infine l’attacco, e un Melchiorri ritrovato, hanno evidenziato doti che potevano concretizzarsi in un bottino ben più importante.
In molteplici occasioni Rastelli ha dato la netta impressione di occuparsi primariamente di come raggiungere il traguardo della promozione; per il bel gioco c’è sempre tempo, tuttavia prende sempre più piede la convinzione che quando vi sono le condizioni per attuarlo, la formazione rossoblù è realmente capace di farlo in questo campionato e a maggior ragione in quello che verrà .
