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Che l'abbondanza non conduca alla mortale confusione: Cagliari, giù la maschera

È iniziata la volata verso la massima serie: stop esperimenti. Concretezza e praticità siano la giusta ricetta

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Archiviata la sofferta vittoria contro la Ternana, il Cagliari si concentra sulla difficile sfida di venerdì notte ad Avellino. Gara ricca di insidie (anche ambientali) quella campana, molto sentita dai padroni di casa, e che logicamente sarà particolare anche per Rastelli, fino alla scorsa stagione alla guida degli irpini.

Tutti disponibili in casa rossoblù. Di fatto, “problemi” d’abbondanza grazie ai rientri dopo le squalifiche di Murru, Krajnc e Balzano.

Infermeria vuota, con anche Capuano ormai prossimo al completo recupero dopo il lungo stop.

Abbondanza dunque. La grande forza del Cagliari di questa stagione. Una rosa di alto spessore tecnico, ora nuovamente a disposizione, nel suo complesso, del tecnico di Torre del Greco.

Un gruppo unito, giocatori intercambiabili, soluzioni tecniche che hanno permesso a Mister Rastelli di mischiare le carte praticamente ogni gara.

Un beneficio, che la compagine rossoblù ha saputo fin qui sfruttare quasi sempre al meglio.

Eppure, la necessità di evitare troppi stravolgimenti di formazione (specie quando gli impegni non sono ravvicinati come capitato nel mese di dicembre ma non solo) diventa esigenza maiuscola proprio ora che comincia la volata senza appello verso la riconquista della massima serie.

Il Crotone non perde un colpo, il Pescara tiene botta, insomma, il classico “vietato sbagliare” assume un significato concreto e non più astratto o “leggero” come invece poteva essere fino a poche partite fa.

Il Cagliari ha certamente il dovere di mantenere il distacco rispetto alle inseguitrici - anzi incrementarlo - pur non perdendo di vista l’importanza (non solo simbolica) di riprendere e scavalcare in vetta il Crotone dei miracoli.

Per fare questo, come detto, non si può più sbagliare. Non bastano più le vittorie casalinghe, non sono più sufficienti per ottenere il massimo del risultato. Il Cagliari è stato costruito per vincere il campionato, e così deve essere.

Lontani dalle mura amiche, Storari e compagni non solo hanno sofferto, ma hanno purtroppo collezionato le sconfitte più pesanti proprio contro le formazioni di vertice. Pescara, Novara, Brescia e Crotone. Quattro “incidenti”, quattro cadute che lasciano il segno e che al momento costano ai sardi la vetta della classifica nonchè il doversi accontentare del secondo posto, seppur momentaneamente, almeno questa è la speranza.

Serve un deciso cambio di marcia ad iniziare da Avellino. Lo si può ottenere se il tecnico rossoblù deciderà di iniziare a puntare con decisione su otto-nove giocatori da schierare con continuità. Pochi cambi, nessun stravolgimento di formazione. Serve linearità. Stop turnover, zero confusione. È arrivato il momento di proseguire sulla strada del “mantenere tutti sulla corda”, ma stabilendo gerarchie ben definite. Chi scenderà in campo saprà sempre e comunque dare il massimo indipendentemente dal minutaggio.

Stop agli esperimenti, alle alchimie tattiche poste in essere per arginare al meglio la squadra avversaria di turno. Siano queste a preoccuparsi del Cagliari e non viceversa.

Il Cagliari non può e non deve avere paura. Le uniche gambe tremolanti siano quelle di coloro che incroceranno i rossoblù.

È questa la chiave (e il giusto atteggiamento) per aprire la porta che conduce al corridoio della vittoria e della sicurezza, che si giochi in casa o fuori. 

A partire da venerdì contro l’Avellino: che l'abbondanza non conduca alla mortale confusione. Cagliari, giù la maschera.

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