Se il buon Maurizio Mosca avesse potuto ammirare le gesta di un centrocampista rossoblù avrebbe sicuramente detto: “Ah, come gioca Di Gennaro”, emulando la frase rivolta più e più volte a Del Piero.

Davide Di Gennaro, reduce da un ottimo campionato con la maglia del Vicenza, già alla prima amichevole in quel di Aritzo aveva stupito tutti: uno, massimo due tocchi e pallone scaricato, cambi gioco precisi, geniali verticalizzazioni, potenti conclusioni.

Un repertorio messo in mostra nelle prime 12 giornate di campionato, quello che dovrebbe culminare con la “consacrazione” del buon Davide, deciso a riprendersi quella Serie A salutata, complici i problemi fisici, davvero troppo presto.

Contro il Modena il regista rossoblù ha confermato di essere in un grande momento di forma, e dopo aver provato a timbrare il cartellino per la seconda giornata consecutiva (suo il gol del 2-0 su punizione contro il Vicenza, sua ex squadra), ha sfoderato un assist al bacio per il raddoppio di Joao Pedro.

Di Gennaro è un vero e proprio poeta del pallone, un artista del centrocampo, uno che ha ancora tanto da dire ma quasi si nasconde dietro una grande umiltà, e che a guardarlo giocare si rischia di non averne mai abbastanza. Il suo è un movimento sontuoso: a Cagliari era da un po’ che non si vedeva un giocatore dare del tu al pallone in questa maniera. E, intanto, il tecnico Rastelli non può far altro che coccolarselo.

Finalmente un compositore degno di tale nome è arrivato: Davide Di Gennaro vuole guidare a suon di prestazioni sfavillanti i rossoblù in massima serie e giungere finalmente alla ribalta. Uno con il mancino così educato merita di calcare altri palcoscenici.