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È il Cagliari dei vincenti... Non solo sul campo: quattro storie di vita da raccontare

Dalla bacheca di Storari alle lezioni di vita di Melchiorri, Dessena e Donsah

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"Buongiorno, sono Marco Storari. Ho vinto quattro scudetti e due Supercoppe. Ho trionfato in Coppa Italia e sono finalista di Champions". Questo è più o meno ciò che il neo portiere rossoblù potrebbe dire presentandosi ad uno sconosciuto. Marcone e la vittoria si conoscono bene, sono stati insieme tante volte. Lui che ha fatto la gavetta ed è arrivato in Paradiso a suon di miracoli.

Poi, un caldo giorno di inizio luglio, il campione con gli scaffali pieni zeppi di trofei decise di guardarsi indietro e di provare a rivivere il passato, di tornare in Sardegna, dove tutti ancora lo ricordavano per sei mesi vissuti sette anni fa. Ma in questa rosa del Cagliari Storari non è l'unico vincente.

Prendiamo ad esempio Melchiorri e portiamo indietro le lancette dell'orologio, sino al 2011.

Federico ha 24 anni, ha già esordito in A ma non è riuscito nel tanto atteso salto di qualità e vivacchia nelle categorie inferiori. All'improvviso un fulmine a ciel sereno: gli viene diagnosticata una gravissima malattia congenita, un cavernoma al cervello. Il ragazzo dovrà essere sottoposto ad una delicatissima operazione chirurgica. L'intervento riesce perfettamente ma, a quell'età, la carriera di Federico è compromessa. Almeno questo è ciò che potrebbe sembrare.

Ma lui non ci sta e con una forza d'animo spaventosa ritorna. E ritorna più forte di prima, consacrandosi come uno dei bomber più prolifici  dell'intera serie B, nonché oggetto del desiderio di mezza Italia.

Un'altra storia che merita di essere raccontata quella di Fabio Pisacane. La premessa è che noi siamo l'Italia: la nazione in cui hanno giocato Maradona e Platini, quella che ha vinto quattro volte il titolo mondiale. Ma siamo, ahinoi, la nazione degli scandali calcistici. Una volta toccò a Calciopoli, stavolta è toccato al calcioscommesse. Decine e decine di giocatori arrestati e/o squalificati. Ma nel nostro mondo del pallone un po' sgonfio c'è ancora qualche uomo.

E allora la racconto così: Fabio Pisacane è un giocatore del Lumezzane quando il 14 aprile del 2011 il direttore sportivo del Ravenna Giorgio Buffone (nome omen) gli offre 50000 euro per far vincere la sua squadra. Fabio storce il naso, questo non è calcio. Rifiuta e denuncia il fatto diventando, con Simone Farina, simbolo di un calcio pulito che forse non esiste più. Viene insignito di svariati riconoscimenti, viene addirittura nominato ambasciatore FIFA. Commenterà il tutto dicendo:

"Non sono un eroe, ho solo fatto la cosa giusta".

Un altro uomo che ha lottato in nome di una giusta causa è Daniele Dessena, capitano rossoblù. Lo scorso anno il centrocampista fu protagonista di una campagna contro l'omofobia che prevedeva dei lacci colorati alle scarpette. Il ragazzo fu insultato sui social, ma continuò dritto per la sua strada guadagnandosi la stima di associazioni e osservatori liberi da una mentalità gretta e ottusa.

Per concludere vorrei ricordare un altro vincente presente in questa squadra. Si tratta di Godfred Donsah, talento da vendere ed una voglia di spaccare il mondo che solo uno con la sua storia può avere. E la storia inizia con l'arrivo in Italia, nel 2007, di suo padre. Ci arriva con un barcone, sopravvivendo all'inferno. Questo grandissimo uomo si dà da fare sin da subito, trova lavoro e riesce a farsi raggiungere da suo figlio Godfred nel 2011, quando il ragazzo ha 15 anni, a Como.

Proprio qui Donsah muove i suoi primi passi calcistici. Viene provinato dal Palermo che però lo scarta. Ed è qui che interviene l'incredibile lungimiranza del dirigente del Verona Sean Sogliano, che lo vede e se ne innamora. Sogliano non ha dubbi, Donsah deve diventare un calciatore gialloblù. Per Godfred può cominciare il sogno. Il resto della favola lo conosciamo già.

Ed eccoci qua, dalle vittorie sul campo di Storari a quelle degli altri quattro eroi rossoblù.

Dicono che un vincitore sia solo un sognatore che non si è mai arreso...

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