Più di un giocatore che ha vestito quest’anno la maglia rossoblù non meritava di retrocedere in virtù dell’impegno e delle energie profuse, ma uno più degli altri ha dato un apporto nettamente superiore in termine di quantità , ma anche e soprattutto di qualità . Albin Ekdal alla soglia dei 26 anni preannunciava ad inizio stagione la volontà , grazie anche alla presenza del nuovo mister e relativa filosofia offensiva, di essere un punto fermo della squadra con maggiore peso in zona goal, effettuando cosi lo step verso la definitiva consacrazione.
Quanto auspicato è avvenuto, ma purtroppo è coinciso con il momento più nero della storia del Cagliari dell’ultimo decennio; non a caso le sue migliori prestazioni sono state registrate in concomitanza delle due vittorie esterne di Milano e Empoli che preannunciavano ben altre ambizioni e traguardi. Giocatore totale, impiegabile in tutti e tre i ruoli del centrocampo, è riuscito ad offrire grandi prestazioni anche quando Zola lo ha schierato come trequartista insieme a Joao Pedro dietro l’unica punta. Una soluzione che dapprima ha dato buoni dividendi, per poi naufragare insieme all’illusione targata Magic Box.
Dopo la stagione appena conclusa e nonostante le prestazioni del resto della squadra, le sirene che già suonavano nell’estate scorsa, si sono fatte sempre più insistenti e difficilmente rimarranno inascoltate. Ekdal si è guadagnato sul campo quei palcoscenici che purtroppo il Cagliari non potrà dargli nell’immediato futuro, merita di esser lasciato andare insieme ad un grande ringraziamento per quanto dato nel corso degli anni con la maglia rossoblù.
Impossibile rivederlo in B con la maglia dei quattro mori. La retrocessione lascia tanti rimpianti, non ultimo l’impossibilità di poter godere delle prestazioni dello svedese nel momento della definitiva maturazione.
Voto alla stagione: 7.

