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Cellino, la sua avventura british e il Cagliari in vendita. Ecco gli scenari

I tifosi in subbuglio iniziano a chiedersi che ne sarà della società rossoblù

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Manca ancora l’ufficialità, ma pare proprio che Massimo Cellino sbarcherà oltremanica per una nuova avventura imprenditoriale. L’acquisto del Leeds, storico club inglese che attualmente milita nella Championship (la serie B inglese), sembra ormai cosa fatta. Ma non è tutto: il patron rossoblù annuncia che il Cagliari è in vendita. E il popolo rossoblù è già in subbuglio: una notizia così non può che sollevare paure e dubbi. Cosa ne sarà del Cagliari?

Proviamo a fare ordine. Cellino, innanzitutto, non è il primo presidente a compiere una scelta del genere. Ad esempio la famiglia Pozzo, proprietaria dell’Udinese dal 1986, possiede addirittura altre due società: il Granada in Spagna (acquistata nel 2009) e il Watford in Inghilterra (acquisita nel 2012). C’è anche chi, come Lotito, possiede due squadre italiane: la Lazio e la Salernitana.

Cellino, dunque, non è il primo né sarà l’ultimo a prendere una decisione del genere. Nel suo caso, però, questo tipo di scelta arriva a compimento di un processo di graduale, apparente disamoramento dovuto a vicende che esulano dagli affari relativi al campo da gioco. O almeno questo è ciò che ha sempre cercato di far intendere.

La vicenda stadio, che ha portato l’imprenditore anche all’arresto; la diatriba – nonostante le recenti smentite – col Comune di Cagliari; lo sfogo di fine anno dopo la partita contro il Napoli, nel quale si disse pronto a svendere tutti i suoi calciatori migliori, intenzione ribadita poi nella intervista incriminata di pochi giorni fa all’Unione Sarda, presto smentita dallo stesso vulcanico presidente. Tutti segnali di insofferenza, insomma, che non lasciano per nulla sereni i tifosi rossoblù, i quali si sentono traditi e presi in giro, e temono che il Cagliari possa a questo punto essere abbandonato al proprio destino.

D’altronde, i più maliziosi potrebbero pensare che l’operazione di acquisizione della gloriosa società inglese fosse meditata e studiata già da tempo (visto anche che già qualche anno fa Cellino tentò di acquistare un altro club britannico, il West Ham), e addirittura che tutte le volte che il presidente rossoblù ha preso scelte votate all’austerità e al risparmio, lo abbia fatto in funzione della futura avventura british piuttosto che per mancanza di fondi immediati da destinare alla società di Viale La Playa.

Insinuazioni del genere, allo stato attuale, devono restare tali, e non possono e non devono essere spacciate come verità assolute. Solo il tempo potrà rivelare con certezza la verità.

Frattanto, tutto quello che possiamo fare è sperare che tutti questi cambiamenti non nuocciano alla squadra. Che in questo periodo di tutto aveva bisogno meno che di nuove tensioni.

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