7 partite alla guida della squadra rossoblù che parlano di un bottino di 4 vittorie, un pareggio e due sconfitte, valevoli la bellezza di 13 punti. Impietosi i paragoni con i predecessori Zeman e Zola, capaci di collezionare rispettivamente 13 e 8 punti si, ma con più partite e più tempo a disposizione per conoscere la squadra, rispetto a quello avuto dal tecnico di Monserrato.
Capace di rianimare una squadra allo sfascio e con poca voglia di lottare dopo il Zeman-bis, Festa si è caratterizzato come un gran motivatore, senza troppi fronzoli o alchimie tattiche. Queste sue attitudini, condite da risultati soddisfacenti ma inutili non per colpe sue, hanno portato il suo status da traghettatore a serio candidato alla panchina per la prossima stagione.
Una chance sfruttata appieno che però è indicativa il giusto, infatti aver preso una squadra che oramai era consapevole del destino a cui andava incontro e senza obiettivi raggiungibili, ha consentito ad un gruppo saturo per i troppi rovesci di questa stagione di esprimersi al meglio. Con la mente sgombra e una squadra definita, si sono registrati i risultati migliori di tutta la stagione.
Zeman dopo le dimissioni disse che il Cagliari poteva ancora salvarsi senza di lui, Festa ha dimostrato che con qualche partita in anticipo il miracolo poteva compiersi e che la rosa a disposizione non è così inadeguata come si poteva pensare.