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La triste ammissione di Gianluca Festa

Ennesima presa di coscienza circa l’inadeguatezza della rosa a disposizione

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Presentarsi al termine di una giostra dove hai avuto un ruolo marginale e nonostante tutto hai provato a costruire qualcosa di buono, è quello che è capitato a Gianluca Festa dopo la sconfitta contro il Palermo. Tentare di giustificare, dare una spiegazione, compensare l’assenza di chi avrebbe avuto il dovere di dare qualche risposta ai giornalisti presenti, spettatori durante tutta questa stagione di vicende di ogni colore, anche questo compito è capitato al tecnico di Monserrato.

Giustamente presentatosi sereno e con la coscienza pulita perché consapevole di averci provato, troppo buono nell’ammettere che i giocatori avevano dato tutto e che, meglio di ciò che si era visto in campo, non potevano regalare.

Tale ammissione va a colpevolizzare indirettamente e involontariamente la società, responsabile di aver costruito una squadra troppo debole e impreparata allo scopo di lottare per la salvezza; cosi come va a tirare in ballo i tecnici passati, rei di aver attuato una preparazione atletica incapace di regalare una condizione necessaria al fine di lottare per tutti i 90 minuti.

Giocatori protesi ad uno sforzo ammirabile ma improduttivo, esausti ed evidentemente vittime di limiti tecnici più che caratteriali è il quadro che è andato definendosi nel corso di questa infausta stagione. La verità sta come sempre nel mezzo: forse non ha completamente ragione Festa sul fatto che gli interpeti in maglia rossoblù hanno dato il massimo, ma probabilmente neanche Zeman era completamente sincero quando affermava che questo gruppo aveva tutte le carte in regola per salvarsi.

Ripartire dalla presa di coscienza di aver un gruppo con troppe lacune da colmare porta inevitabilmente a ponderare una rivoluzione che se attuata darà i suoi frutti in una categoria lunga e difficile come la serie B.

Valutazioni, considerazioni, prese di coscienza e quant’altro sulla stagione appena conclusa sono state ampiamente effettuate, ora è il tempo di lasciar parlare i fatti.

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