64 gol subiti, come il Cesena e con quattro in meno del Parma. In 35 partite, una media di 1,82 gol a partita. I numeri sono spietati, e non mentono mai. Le ultime tre del campionato sono le tre squadre con più gol subiti. Il Cagliari quest'anno ha dimostrato una fragilità difensiva spaventosa, durante tutto l'anno. Spesso i gol sono arrivati da disattenzioni o sviste clamorose, falle nella difesa che si creavano all'improvviso stendendo un tappeto rosso agli attaccanti avversari.
I rossoblù si sono esaltati nel primo periodo di Zeman, in cui sembrava che il calcio champagne del boemo potesse davvero dare i suoi frutti, in cui pareva che la regola "l'importante è fare un gol in più dell'avversario" potesse davvero funzionare. Alla fine la triste verità è stata un'altra, è sempre stata un'altra.
Forse (e spesso neanche quello) con tanti gol vinci i campionati, ma non conquisti le salvezze. Quelle le centri con una difesa solida, subendo pochissimi gol, e vincendo partite coi denti, con risultati di misura.
L'anno scorso la salvezza fu raggiunta a colpi di 1-0 con gol di Nenè su cross di Pisano, quei risultati che sono mancati quest'anno, in cui anche la fortuna non è stata certo dalla parte dei sardi.
E ancora una volta bisogna prendere come modello il Chievo, che sta disputando la sua ennesima sontuosa pessima stagione: calcio noioso, anti-calcio, salvi, dodicesimi. Peggior attacco del campionato, appena 27 gol in 35 partite, ma solo 35 gol subiti, quarta miglior difesa.
Senza grandi individualità, gli scaligeri hanno ottenuto la permanenza nella massima serie coi denti, col catenaccio, con quel gioco dannatamente brutto ma fastidiosamente efficace. Alla fine ci si salva così.

