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La rivalutazione della rosa

Con questi giocatori la salvezza era un traguardo impossibile?

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Durante l’attuale gestione targata Gianluca Festa sono emersi in maniera lampante spunti di riflessione, ma soprattutto di grande rammarico. Al netto di alcuni interpreti finiti ai margini della rosa e raramente utilizzati, il gruppo rossoblù ha mostrato quanto la salvezza poteva essere un obiettivo difficile, ma comunque raggiungibile.

Le carenze innegabili, ma non eccessive, potevano essere colmate attraverso un gioco di squadra meno integralista e finalizzato alla valorizzazione delle caratteristiche dei singoli. Le critiche perciò vanno equamente divise tra la guida tecnica, ostinatamente attestata su un solo modulo possibile, e la dirigenza, mai realmente troppo convinta della scelta fatta in estate in virtù delle operazioni attuate sul mercato. Con tale discorso nessuno vuole assolvere e deresponsabilizzare i giocatori, assenti ingiustificati in diverse partite chiave, capaci di avere reazioni apprezzabili solo dopo i ribaltoni che si sono susseguiti in panchina.

Per ottenere e  raggiungere i risultati sperati è necessario remare tutti nella stessa direzione; puntare su un nucleo certo e definito, motivandolo man mano senza chissà quale alchimia tattica. Invece alternanza, cambi d’allenatore, rimbalzi di responsabilità e quant’altro, hanno trasformato una stagione iniziata con premesse e potenzialità che avrebbero potuto regalare ben altre soddisfazioni. Squadre come Chievo, Empoli, Verona, Atalanta non hanno una rosa notevolmente migliore se confrontata a quella rossoblù, tale da giustificare il distacco maturato in classifica; allo stato attuale tuttavia i 28 punti affermano quanto la B sia un traguardo meritato soprattutto per propri demeriti.

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma facendo tesoro degli errori nella prossima stagione si può e si deve ripartire, consci che la base non è poi cosi male.

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