Compatto, pratico e giovane, quasi fossero le caratteristiche di un prodotto destinato ad essere venduto sul mercato. In effetti questo Cagliari e quello che verrà costruito in estate, sarà il mezzo per convincere i tifosi che la parentesi aperta quest’anno e che con tutta probabilità vedrà la squadra rossoblù ripartite da dove nessuno avrebbe mai pensato ad inizio stagione, sia soltanto l’errore di una dirigenza esordiente. Una dirigenza che nella scelta di Festa potrebbe aver fatto centro per il presente e non solo.
Se si esclude la pesantissima sconfitta di Verona, dove onestamente l’ex difensore di Roma e Inter ha le sue colpe, il Cagliari sembra aver trovato la quadratura del cerchio in relazione al modulo e agli interpreti da impiegare.
Una coppia di centrali definita, un terzino sempre in linea con i centrali, mentre quello mancino che accompagna l’azione, diventando un attaccante aggiunto quando l’azione arriva sulla trequarti; quasi mai l’azione parte da Avelar, ma il brasiliano è stato sempre puntuale nell’arrivare a rimorchio sfruttando la superiorità numerica.
La mediana registra l’assenza di un regista puro, ma d’altro canto vanta un dinamismo e continui inserimenti che non fanno sentire l’assenza di un direttore d’orchestra. Infine in attacco un tridente difficile da definire, ha la sua chiave di volta nella figura di M’Poku. Il belga è il primo difensore quando il possesso è nelle mani dell’avversario, mentre in fase offensiva arretra nella posizione di trequartista al fine di imbeccare al meglio Cop e Farias.
Lo stesso esterno fortemente voluto da Zeman è lasciato libero di accentrarsi e inserirsi maggiormente riuscendo così ad essere più lucido in zona goal. È normale che Festa, dato anche il tempo avuto a disposizione, non abbia applicato chissà quale modulo rivoluzionario o alchimia specifica, ma con pochi correttivi ha dimostrato intelligenza, adattandosi al materiale a disposizione.
Quattro sono le sfide che separano i rossoblù dalla fine della stagione, poche per raggiungere la salvezza, ma probabilmente sufficienti per poter valutare ulteriormente giocatori, ma soprattutto un tecnico a cui onestamente nessuno chiede miracoli. I risultati e l’entusiasmo ritrovato all’interno della squadra e parzialmente tra i tifosi, potrebbero – mai dire mai - portare la dirigenza a concedere una chance ulteriore all’allenatore isolano, che dovrà comunque dimostrare di meritarla ulteriormente.

