Succede che Festa decida di non schierare né Conti né Crisetig (come mai era successo in questo campionato) e scelga di affidare le chiavi del centrocampo a un signore di 25 anni di nome Albin Ekdal. A guardarlo sembrerebbe quasi un principe, un Dorian Gray nato coi tacchetti, coi suoi capelli lunghi e biondi, la sua faccia pulita e uno sguardo che non si può odiare.

Ciò che però più mi spinge a paragonarlo al Dorian di Wilde è la sua eleganza nel muoversi, nel accarezzare la palla, una classe tendente all'estetismo in un calcio in cui i giocatori raffinati stanno scomparendo per lasciare il passo a macellai e marcantoni. Il centrocampo, contro la Fiorentina, ha fatto girare alla perfezione l'intera squadra, e il merito va attribuito in larga misura allo svedese, che si è caricato la squadra sulle spalle e l'ha guidata magistralmente. Un centrocampista completo, perché oltre a questa calma eleganza Ekdal offre anche tanta, tantissima quantità.

Corre e si inserisce per 90', e se n'è avuta conferma anche domenica. Logico pensare che a fine stagione saranno tante le squadre, anche big, che cercheranno di strappare lo scandinavo al Cagliari, ed al momento appare utopistica l'idea che la società rossoblù possa resistere ad un eventuale assalto. Intanto lui non ci pensa e, salendo in cattedra, cerca di portare i sardi al miracolo salvezza. Lui, il Dorian Grey coi tacchetti, oro di Svezia.