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Sant’Elia sì, Sant’Elia no. E durante i lavori?

L’analisi della situazione attuale dello Stadio Sant’Elia, ancora senza definizione. Le parole del ds Salerno, l’ennesima proposta del progetto per il nuovo stadio, l’ipotesi di un ritorno a Is Arenas

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Nel corso delle precedenti settimane abbiamo analizzato la vicenda Clarin Tribune-Cellino in merito ai mancati pagamenti dei lavori per la sistemazione delle tribune in tubi innocenti all’interno dello Stadio Sant’Elia.

Oggi, però, non intendiamo focalizzare l’attenzione su tale disputa, ma preferiamo guardare oltre. Supponiamo, infatti, che il contenzioso tra l’impresa e la Cagliari Calcio possa avere esito positivo, che vengano risolti i cavilli burocratici, che il progetto per il nuovo Sant’Elia (o Karalis Arena, ognuno può dare il nome che più gli piace) possa essere approvato, e che si dia inizio ai lavori.

Fantascienza? Probabilmente sì.

Proprio ieri, infatti, il ds rossoblù Salerno ha rimarcato le difficoltà burocratiche che affliggono il Sant’Elia, sottolineando come sia assurdo che si possa giocare in uno stadio del genere:

“Penso che Moyes domenica abbia pensato che il Sant'Elia sia uno spettacolo desolante, come siamo in molti a pensare. Purtroppo non sappiamo quando si potrà risolvere la questione relativa all'ammodernamento dello stadio visto che c'è una serie di ostacoli burocratici da superare. Al momento non me la sento di fare ipotesi sui tempi di risoluzione".

Ipotizzando che un domani, magari non poi così imminente (considerati i tempi biblici che affliggono la Sardegna), possano essere intrapresi i lavori per la ricostruzione di un impianto che ricalchi gli standard moderni, ispirandosi al modello inglese, o al più vicino modello dello “Juventus Stadium” di Torino, c’è da pensare dove il Cagliari andrebbe a giocare durante il periodo dei lavori.

Ed ecco che riemerge con forza l’ipotesi di un ritorno a Is Arenas, a detta degli addetti ai lavori un gioiello, a detta della burocrazia sarda un “pericolo per la collettività”.

Durante il consiglio comunale di Quartu, tenutosi due giorni fa, è stato il vicesindaco Gabriele Marini a ipotizzare un ritorno nell’impianto che il Cagliari ha potuto solo assaggiare per alcuni mesi:

“Si può pensare a un utilizzo dello stadio Is Arenas da parte dei rossoblù per tutto il tempo in cui risulterà impossibile utilizzare il Sant'Elia, che dovrà essere a breve chiuso per consentire importanti lavori di ristrutturazione".

Nei giorni seguenti si terrà un incontro tecnico per valutare la situazione. Anche perché, occorre sottolinearlo, è ancora in vigore la convenzione stipulata tra Cagliari Calcio e amministrazione del comune di Quarto: scadrà, infatti, il prossimo anno.

Al di là di tutti i se e i ma, però, è sempre uno, e inesorabile, il dato di fatto: il Cagliari non ha uno stadio che possa essere definito tale.

Che serva da ulteriore riflessione per tutti.

Perché la barzelletta d’Italia, quella del Cagliari, prima senza stadio e ora in un impianto diroccato, viene ancora raccontata, e fa ridere tanto.

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