Zig-zag, uno due e oplà! Mexes a terra, e pallone alle spalle di Diego Lopez. Che giocata.

Diego Farias, dopo essere stato devastante nel primo tempo di Empoli, ha confermato anche a Milano la “resurrezione” determinata dal ritorno in panca di Zeman, trovando quel gol dimenticato da tanto, troppo tempo, e ammutolendo, seppur per qualche minuto, il pubblico di fede rossonera.

Peccato che per tre mesi non si è avuto modo di ammirare il vero Farias. Quello che, accomodatosi in panchina, doveva accontentarsi il più delle volte di una manciata di inutili minuti, spesso a risultato oramai compromesso.

I dettami tattici richiedevano altri interpreti sul terreno di gioco dai primi minuti. Poi gli schemi saltavano, e si poteva buttare nella mischia chiunque.

L’ala brasiliana cercherà di sfruttare le dieci partite che accompagneranno il Cagliari alla fine di una stagione tribolata per essere determinante. La salvezza potrebbe passare proprio dalle sue giocate, imprevedibili e difficili da decifrare da parte degli avversari.

I tifosi rossoblù, grazie a Diego, possono continuare a sperare.