È da qualche mese ormai che il tormentone Agazzi va avanti. Da quando, cioè, il portiere prelevato nel 2010 dalla Triestina ha deciso di non accettare il rinnovo contrattuale propostogli dal Cagliari. Un rapporto che si è tradotto in un muro contro muro deleterio forse più per l’atleta che per la società.
Infatti, Agazzi rischia seriamente di restare “parcheggiato e prigioniero" della tribuna sino a giugno. Il suo sogno è sempre stato trasferirsi in una piazza più ambiziosa rispetto a Cagliari, come è lecito che sia, e per questo Michael ha sempre rifiutato qualsiasi proposta di rinnovo contrattuale avanzata dalla dirigenza rossoblù, impedendo di fatto alla società isolana di ottenere un ricavo congruo al suo valore di mercato da una sua eventuale cessione.
La società che finora aveva mostrato maggior interesse nei suoi confronti è sempre stata la Fiorentina dei fratelli Della Valle. I quali, però, non hanno mai dato realmente l’impressione di voler sborsare un solo centesimo per un giocatore in scadenza di contratto a giugno. E tutto ciò viene confermato dal fatto che i viola siano vicinissimi a Rosati, portiere del Sassuolo, per sostituire il secondo Munua, in partenza verso l’Uruguay.
A questo punto le opportunità di lasciare Cagliari per Agazzi si affievoliscono sempre più, con buona pace della società rossoblù ma soprattutto sua. Già, perché se è vero che il Cagliari subirebbe un “ammanco di cassa” derivante dall’impossibilità di monetizzare con una sua eventuale cessione, è altrettanto vero che il portierone sarebbe costretto a passare altri sei mesi in tribuna, allenandosi in disparte e sentendosi un corpo estraneo a un gruppo comunque affiatato. Per non parlare, poi, della svalutazione anche in termini di appeal verso gli altri club che Michael potrebbe subire con un riposo forzato di altri sei mesi.
Tirare troppo la corda con Cellino è sempre sconveniente, è risaputo. Forse Agazzi aveva fatto male i conti. O meglio, non aveva tenuto in considerazione la testardaggine dell’oste con il quale avrebbe poi dovuto farli, i conti. Chissà se col senno di poi il povero Michael si sarebbe comportato allo stesso modo. È lecito avere dei dubbi a riguardo, non preoccupatevi.