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Cagliari, tre personaggi in cerca d’autore

Gli interpreti cambiano, ma l’esito no

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La gestione Zola vanta 9 goal in 7 incontri per una media di 1,28 goal a partita, contro i 21 in 16 gare e la conseguente media di 1,31 goal a partita del periodo zemaniano. Una dato pressoché identico ottenuto con modulo di gioco, filosofia e interpreti differenti. Se Zeman ha schierato quando ha avuto a disposizione Sau come punta centrale e svariati “falsi nueve”, Zola ha optato si da subito per schierare una punta centrale supportato da due trequartisti che raramente si ritrovavano ad interpretare il ruolo dell’ala.

Cosi Longo, mai impiegato dal fischio d’inizio dal boemo, ha trovato sulla sua strada tante occasioni e tanti minuti, senza mai riuscire a trovare la via della rete. Il prodotto scuola Inter lo si può riassumere così: tanto sacrificio per il resto della squadra, ma quando si trova a dover concludere, i risultati sono caratterizzati da occasioni fallite o miracoli dei portieri avversari. Il neo acquisto Cop, dopo aver sorpreso ed entusiasmato all’esordio con una rete da bomber di razza, nelle seguenti partite ha divorato qualche occasione. Il figlio d’arte ha tutto per far bene, ma non può e non deve essere frettolosamente etichettato come colui che deve salvare il Cagliari dall’incubo della serie B.

Problemi anche intorno all'esame del capitolo Sau, capace nel match di Parma di segnare l’unica rete dopo l’infortunio nella partita con il Genoa, ma anche di sprecare tentando il cucchiaio la palla che poteva regalare il passaggio del turno.

Nel limbo tra una posizione arretrata e una condizione non al top, ha regalato un grande assist per il goal di Donsah in campo granata. Da Sau però onestamente ci si aspetta ben altro, perché può ed è capace di trascinare a suon di goal la squadra della sua terra.

Non sappiamo chi dei vari interpreti offensivi troverà con continuità la via della rete, ma è necessario che ciò accada velocemente, perché la classifica inizia a far paura e lo score degli attaccanti ancora di più.

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