Lunedì 2 febbraio, ore 23.00. Scocca il gong che sancisce la chiusura della sessione invernale di calciomercato, quello che suole essere definito “di riparazione”.
A Cagliari giunge la notizia che l’affare Pedro Mendes è saltato, il Parma non vuole cederlo senza aver trovato un sostituto. Un paradosso, si direbbe, considerata la smobilitazione della società gialloblù. I tifosi non credono ai loro occhi: partito Benedetti alla volta di Bari dopo essere stato schierato titolare a Bergamo (e peraltro essere risultato il più positivo del reparto difensivo), ci si chiede perché un giocatore venga ceduto senza prima essersi assicurati di trovare un sostituto.
Sono cinque gli acquisti del mercato rossoblù di gennaio, tutti stranieri: Brkic, Gonzalez, Husbauer, M’Poku e Cop.
La sensazione è che l’unico ruolo che sia stato “coperto” nella dovuta maniera sia il portiere. Il serbo ex Udinese ha nelle ultime gare dimostrato di riuscire a infondere al reparto difensivo la necessaria tranquillità: abile nelle uscite, è risultato incolpevole nelle reti subite dai rossoblù, frutto per lo più di incertezze dei centrali, o delle prodezze degli avversari. Vedi Pinilla domenica scorsa.
In difesa Gonzalez ha stupito tutti per grinta e solidità, deciso più che mai ad “impossessarsi” della corsia di destra a scapito di Pisano e Balzano. Manca, però, il tanto desiderato difensore centrale. Sfumato Mendes all’ultimo secondo, e con un Benedetti in meno, ora le speranze sono riposte sugli svincolati: su tutti Felipe e il tanto chiacchierato Diakité. C’è tempo per tesserarli, fino al 27 febbraio.
Sulla trequarti è indubbiamente accresciuto il tasso tecnico: Husbauer, sbarcato in Sardegna con sei mesi di ritardo, ha bisogno di ambientarsi e, soprattutto, di imparare la lingua per poter comunicare con compagni e mister. L’ultimo arrivato M’Poku, invece, è probabilmente il miglior colpo messo a segno da Marroccu: dotato di un piede destro particolarmente “educato” e di un ottimo tiro dalla distanza, il belga-congolese potrebbe garantire gol e assist per le punte.
Ed ecco che si giunge al reparto offensivo. Sarebbe dovuto arrivare l’attaccante di esperienza, capace di garantire un adeguato numero di reti. Così non è stato: scartato Mancosu perché “troppo vecchio” (il Bologna se l’è assicurato per appena 900.000 euro), si è cercato il grande nome, con le avances rispedite al mittente, prima da Osvaldo, poi da Gilardino e infine da Borriello. Sfumato anche il pescarese Melchiorri nell’ultimo giorno di mercato, ci si accontenta della possibile sorpresa Duje Cop, al quale i numeri non mancano e che dovrebbe essere schierato almeno una volta titolare: il gol vittoria contro il Sassuolo all’esordio al Sant’Elia è la prova che il ragazzo ha ottimi mezzi tecnici e vede la porta come pochi altri attaccanti cagliaritani. Sau escluso, quando si rimetterà in forma.
Capitolo cessioni: arriva la “tirata d’orecchie” per la società. Dov’è finita la “linea verde” voluta da Giulini? Loi al Carpi in prestito con diritto di riscatto, e non secco, può essere una grave perdita per il futuro, specie se i sardi non saranno disposti a riprenderselo; il giovane Muzzi è invece andato alla Sampdoria, che ben ha capito il valore del giovane. Giuste, invece, le cessioni di Capello e Giorico rispettivamente a Varese e Unione Venezia per permettergli di giocare di più, mentre per Caio Rangel niente Catania. Ultima, ma non in ordine di importanza, la partenza di Ibarbo: d’accordo, buona liquidità per arricchire le casse societarie, ma perché cedere uno dei maggiori talenti, con la squadra in quartultima posizione? Ad ognuno la migliore risposta. Per la cronaca, il ragazzo, infortunato per un mese, messo piede nella capitale è incredibilmente guarito. Miracoli sportivi.
Il calciomercato, dunque, è terminato. Senza dubbio sarebbe dovuto essere “completato”, specie in difesa. Ovviamente dare giudizi senza ancora aver permesso a tutti i nuovi acquisti di dimostrare il loro valore è prematuro, anche se la domanda, lecita, è: “Perché acquistare tre ragazzi su cinque che necessitano di un inevitabile periodo di ambientamento?”.
Che il tempo possa essere galantuomo, nei confronti del Presidente Giulini e del Cagliari. Ai tifosi, abituati a soffrire, il compito di essere pazienti: non è il tempo delle polemiche, occorre sospingere la squadra verso la conquista di una fondamentale salvezza.