Qualcuno, tempo fa, ebbe il coraggio di dire che Luca Rossettini era considerato un buon difensore centrale solo perché al suo fianco agiva un certo Davide Astori, considerato da molti come il miglior centrale rossoblù degli ultimi 15 anni. L'estate cambiò tutto. La Roma prelevò, ben pagandolo, Astori, rendendolo uno dei pilastri del proprio reparto arretrato, lasciando il ruolo di leader a colui che per tanto tempo era stato solo la controfigura, l'ombra, Luca Rossettini, appunto.
Un'eredità pesante che solo i veri giocatori sanno raccogliere adeguatamente. Lo stopper ex Siena si è imposto partita dopo partita, con la calma e la serietà nel lavoro che da sempre lo contraddistinguono, quel suo non essere mai sopra le righe. Piano piano è diventato l'elemento imprescindibile non solo della difesa dei sardi, bensì di tutto lo scacchiere di Zeman prima e di Zola poi. Perché la presenza di Rossettini dà a tutti e undici i calciatori in campo tanta sicurezza: molto bravo negli uno contro uno, è anche un difensore elegante, bravo con i piedi come vanno "di moda" ultimamente.
Un giocatore che non ha mai commesso gravi errori, che non si è mai perso, nemmeno nell'ultimo, sciagurato periodo del boemo. Sarà davvero difficile per il Cagliari il match di domenica, in cui i rossoblù dovranno fare a meno di Luca, che dovrà scontare un turno di squalifica. In campo presumibilmente uno tra Benedetti e Ceppitelli avrà l'arduo compito di non farlo rimpiangere. Un po' come ha fatto già lui con Astori.