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Cagliari, il pagellone 2014: promossi e bocciati

Tempo di bilanci in casa rossoblù

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L’anno zero in casa rossoblù si chiude con un bilancio generale preoccupante, ma ancora più preoccupante se si va ad analizzare l’apporto dei singoli al netto di poche eccezioni.

Portieri:

Avramov: 7. Grande uomo e mirabile professionista. Silenzioso protagonista di una salvezza passata anche e soprattutto dai suoi guanti.

Silvestri: 6. Lascia intravedere buone doti prima di volare alla corte inglese di Cellino.

Cragno: 5,5. Il “portierino” classe ’94, spesso e volentieri è stato preso come capro espiatorio nelle goleade subite. Ingenerose le troppe critiche nei suoi confronti, potrebbe lasciar il posto tra i pali, ad un portiere più esperto.

Colombi: s.v. 2 presenze e poco più. Zola ripartirà da lui, oppure l’arrivo di un nuovo estremo difensore continuerà a relegarlo in panchina?

Difensori:

Astori: 6,5. Uno dei migliori difensori, se non il miglior difensore del Cagliari dell’epoca moderna. Nonostante la salvezza con il Cagliari, non riesce nell’impresa di partecipare al disastro brasiliano della selezione azzurra.

Avelar: 6,5. Esaltato sopratutto dalla cura e dal gioco di Zeman, saprà ripetersi con Zola?

Balzano: 6. Voluto fortemente da Zeman, sempre l’ultimo ad arrendersi. Zeman o non Zeman doverosa una sua immediata conferma all’interno del “progetto” rossoblù.

Bastrini: s.v. 45 minuti contro la Juve all’ultima di campionato, pochissimo spazio per mettersi in mostra.

Benedetti: 5,5. Un grande esordio per poi perdersi lentamente nelle poche occasioni concesse dall’assenza della coppia titolare.

Capuano: s.v. Ex membro del Pescara dei miracoli, dovrà guadagnarsi un posto all’interno della rosa anche senza il suo mentore boemo.

Ceppitelli: 6. Il futuro della retroguardia isolana passa inevitabilmente dal difensore entrato nei radar dello staff azzurro.

Del Fabro: s.v. Ancora di proprietà del Cagliari, costantemente in panchina, anche oltremanica.

Murru: 4,5. Il voto è un giudizio allo spreco che sta perpetrando nei confronti di un talento, che a 20 anni in pochi hanno.

Oikonomou: s.v. Un gran fisico e un piede discretamente educato, nelle scommesse della nuova dirigenza non avrebbe mal figurato.

Perico: 6. Vero professionista e uomo spogliatoio, sempre bravo a farsi trovare pronto.

Pisano: 6. Seconda parte di stagione 13/14 da protagonista con assist pesanti per la testa di Nenê, in netta flessione con l’arrivo di Zeman.

Rossettini: 7. Vera e propria certezza in una retroguardia rossoblù, che nella coppia composta con Astori aveva trovato la quadratura del cerchio. Nonostante la caterva di goal incassati, raccoglie con personalità il ruolo di leader lasciato dall’amico, passato in giallorosso.

Centrocampisti:

Adryan: s.v. Nel misterioso via vai estivo, la sua partenza si giustifica solo con l’incompatibilità con il modulo di Zeman. O forse no?

Cabrera: 5. La sua avventura a Cagliari finisce con quel tocco di mano contro il Milan. Da allora incapace di riprendersi e mai realmente in grado di esprimere il suo vero potenziale.

Capello: s.v. Chi l’ha visto?

Crisetig: 6,5. Per il momento il migliore dei nuovi acquisti proveniente dal filone interista. Da risolvere, per il bene della squadra, l’apparente dualismo con capitan Conti.

Conti: 6. Esemplare in campo e fuori nel periodo del distacco celliniano. L’arrivo di Zeman avrebbe dovuto coincidere con la possibilità di giocare per obiettivi diversi dalla solita salvezza; l’utopia boema è naufragata insieme al capitano.

Dessena: 5. Lontano dai suo standard mostrati negli anni passati, in maglia rossoblù.

Donsah: s.v. Il giovane ghanese ha indubbie qualità, che ne assicurano un futuro limpido. Per ora rimane la maggior parte del tempo a guardare, in attesa che il mercato possa sfoltire la concorrenza.

Ekdal: 7. Il vero top player del Cagliari. Giocatore completo, capace di effettuare entrambe le fasi, è riuscito con Zeman a consacrarsi anche in zona goal. Sarà difficile trattenerlo ancora a lungo.

Eriksson: s.v. Sfortunato all’inverosimile, quando realmente al 100% non ha demeritato.

Ibraimi: 6,5. Dalla panchina rossoblù, alla Champions con il Maribor. Lasciato andar via senza troppi problemi, avrebbe potuto offrire un’alternativa gradita a Zeman.

Joao Pedro: 5. Arrivato dall’Estoril per 1 milione più Cabrera. In suo favore parla solo la carta d’identità. Per ora vero e proprio oggetto misterioso.

Tabanelli: s.v. Poco spazio per il lungagnone romagnolo, rispedito al mittente dalla nuova società.

Vecino: 7. Un vero peccato aver rinunciato al mediano uruguayano. Pedina fondamentale nella salvezza targata Pulga.

Attaccanti:

Caio Rangel: s.v. In attesa di essere smentiti, per il momento apapre ampiamente inadeguato per il palcoscenico della seria A.

Cossu: 6,5. Pareva fosse agli sgoccioli della sua lunga ed importante avventura in rossoblù. Invece con un impegno e un sacrificio ammirabili, si è guadagnato la fiducia di Zeman. Anche da lui ripartirà Zola.

Farias: 5,5. Perfetto giocatore zemaniano, ha alternato lampi di classe ad amnesie clamorose in zona goal. L’avvento di Zola lo confermerà tra i protagonisti oppure per lui il tempo a Cagliari è già finito?

Ibarbo: 5. Costantemente su un’altalena che non accenna a dare certezze. Talento cristallino a tratti improduttivo e inefficace per il resto del gruppo. Zola afferma di dovergli insegnare tanto su svariati aspetti. Ci riuscirà?

Longo: 5,5. La prestazione in coppa con il Modena lascia intravedere doti da vero centravanti. Utilizzato con il contagocce da Zeman, con tutta probabilità troverà con Zola continuità e spazio insperati.

Nenê: 6. Se il Cagliari è ancora in Serie A, un piccolo ringraziamento va anche all’attaccante carioca.

Pinilla: 5. Da idolo della curva ad odiato avversario. Incapace di consacrarsi definitivamente in una piazza alla quale ha dato, ma alla quale avrebbe potuto dare notevolmente di più.

Sau: 6. Senza il suo infortunio, siamo certi che Zeman sarebbe ancora alla guida del Cagliari. L’unico in grado di trovare la via della rete con una discreta continuità.

Allenatori:

Lopez: 5. Troppo acerbo per guidare una squadra da serie A. Un Bologna in rifondazione sta offrendo a “El Jefe” la chance di rifarsi e magari guadagnarsi, chissà quando, un ritorno in rossoblù.

Pulga: 6,5. Un uomo, al di là delle doti da tecnico in senso stretto, capace di motivare e dare serenità ad una squadra in piena rivoluzione. Mai veramente troppo apprezzato in rapporto a quanto è riuscito a raccogliere in classifica.

Zeman: 6,5. Il giudizio è frutto della media di quanto fatto sul campo e di quanto regalato all’entusiasmo e ai sogni dei tifosi rossoblù. Resta il rammarico derivante dall’incertezza che con una rosa più adeguata al suo credo e qualche giornata di pazienza in più, avremmo raccolto i frutti di un allenatore più unico che raro.

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