È risaputo che Zdenek Zeman sia, per eccellenza, l’allenatore che più di tutti riesce a scoprire e trasformare dei giocatori pieni di tante buone qualità in veri e propri gioielli. Ma ancora ci sono aspetti del suo metodo di lavoro che sono difficili da comprendere.
Per quanto riguarda la scoperta di “talenti” a Cagliari c’è un giocatore che viene spesso utilizzato come metro di paragone “al contrario”: cioè, nonostante le sue indiscutibili qualità, parte dell’opinione pubblica, della stampa e degli addetti ai lavori proprio non si capacitano del fatto che Nicola Murru non riesca a trovare spazio nelle formazioni di Zeman. Il boemo viene spesso “bersagliato” su questo punto, perché sembra che il giovane terzino, da poco inserito anche nella lista dei dieci potenziali migliori talenti mondiali, non venga valorizzato. D’altra parte, però, la società sta preparando il rinnovo contrattuale per il ventenne sardo, dimostrando in questo modo di credere in lui che, tuttavia, rimane l’oggetto delle attenzioni di alcune big, soprattutto Roma, Juventus e Milan.
Il fatto che Murru non venga utilizzato come prima scelta da Zeman non significa che non lavori sul ragazzo e che non lo valorizzi. È innegabile che il ceco preferisca Avelar perché, com’è stato più volte ripetuto, è più funzionale al gioco che sta praticando ora la squadra rossoblù, essendo il brasiliano molto più portato all’attacco rispetto a Murru che, per quanto bravo possa essere, è un difensore nel senso più classico del termine.
C’è poi la questione relativa alla sfiducia di una piccola parte della tifoseria, a cui comunque è giusto dare voce, nei confronti di Zeman: continua a serpeggiare il timore che il progetto di ZZ non stia portando i suoi frutti e che, probabilmente, i risultati non arriveranno mai. A riprova di questo ci sarebbe la classifica, troppo deludente. Bisognerebbe ricordarsi, però, che il piano pensato da Tommaso Giulini in accordo con il mister è di medio - lungo termine e che, prevedibilmente, vedrà la sua realizzazione nel giro di alcuni anni. Ci vuole pazienza, come hanno molte volte ricordato i diretti interessati: il progetto è chiaro, prevede l’innesto di tanti giovani e non si può pretendere che i risultati arrivino in un batter d’occhio. Occorre dare fiducia al mister e alla società. C’è una buona base che consiste nel fatto che la rosa messa a disposizione dal presidente milanese è di valore e che tutti quelli che finora sono stati chiamati in causa non hanno mai fatto rimpiangere gli assenti. Si pensi alla difesa: quando sono mancati contemporaneamente Rossettini e Ceppitelli, il duo Benedetti – Capuano ha fatto il suo dovere, comportandosi egregiamente; o si veda il centrocampo dove una bandiera assoluta come Conti è oggetto del continuo ballottaggio in mezzo al campo con il giovane Crisetig, che pare essere più adatto del capitano a giocare certe partite (come Zeman ha più volte specificato). Nonostante questo i due hanno dimostrato che possono anche coesistere sul campo, con Conti in regia e Crisetig sulla fascia. Si pensi anche al fatto che un giocatore del calibro di Daniele Dessena, ultimamente, si sta sedendo spesso in panchina. Le motivazioni sono semplici: tutti i ragazzi a disposizione di ZZ hanno caratteristiche diverse che li possono rendere più o meno adatti a determinate partite o, più in generale, al gioco di Zeman e, seguendo questo criterio, vengono utilizzati.
In conclusione: l’allenatore ceco è un vero maestro di calcio, chiunque può confermarlo, a partire dai suoi primi allievi per finire con i giocatori che allena oggi. È fuor di dubbio che insegni a tutti allo stesso modo e che non lasci nessuno indietro: conoscendo il professionista che è, in particolar modo. Semplicemente, non può fare miracoli. Così come Conti non assumerà magicamente le caratteristiche che rendono Crisetig più adatto a giocare certe partite, così Murru non potrà diventare, da un giorno all’altro, un terzino votato all’attacco. Lui sta provando a migliorarsi grazie alle direttive e ai consigli del suo tecnico e, così, stanno facendo tutti i suoi compagni, che cercano di fare del loro meglio per apprendere quanto più possibile da Zeman: perché l’occasione di essere allenati e di apprendere dal boemo è una di quelle da non lasciarsi scappare.

