Luca Rossettini ha sempre ammirato quella maglia, come tutti gli italiani. È azzurra, come il cielo italiano. È stata di Scirea, Baresi, Cannavaro, centrali di difesa come lui. Ora è sua. Per i tifosi del Cagliari sarà un onore. È sempre così quando un rossoblù viene convocato in nazionale. Nel momento in cui un giocatore del club del capoluogo entra in campo con quella divisa la Sardegna si avvicina di qualche kilometro alla Penisola, ognuno di noi si tinge un po’ d’azzurro. Purtroppo succede raramente, ma oggi ci siamo di nuovo, ce l’abbiamo fatta ancora. Il merito è di questo 29enne ragazzone nato a Padova, un gigante buono se vogliamo, perché Luca, dall’alto del suo metro e ottantasette, è un buono, molto religioso, silenzioso, sempre pronto a dare il massimo e sempre lontano da polemiche e lamentele. Per tanto tempo è stato difficile inquadrare il reale valore del ragazzo, perché Rossettini non era niente più del compagno di Astori, era quello che sembrava forte solo perché faceva coppia con quello bravo. Poi è arrivata la Roma. I giallorossi hanno comprato l’altro, a Cagliari è arrivato Ceppitelli e Luca si è visto assegnare da Zeman il compito di leader della difesa. Lui non ha tradito le attese, ha offerto grandi prestazioni, giocato con una sicurezza che ha trasmesso a tutto il reparto, che con il gioco iper-offensivo del boemo è spesso sotto pressione. L’ottimo e continuo rendimento ha convinto Antonio Conte a dargli una possibilità, portandolo in azzurro per l’amichevole contro l’Albania, partita in cui Rossettini dovrà dimostrare che lui non è così lontano dagli altri centrali difensivi più famosi (e più pagati), ma soprattutto che la Sardegna non è poi così lontana dall’Italia.