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Le sliding doors rossoblù: quando Lopez era in bilico…

Dalla sconfitta col Verona è cambiato tanto. In meglio!

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Fino a poco più di un mese fa, all’incirca dopo la sconfitta in casa del Verona, le acque in casa Cagliari erano non poco agitate, come molti di voi ricorderanno. Le voci di un possibile esonero del tecnico Diego Lopez si erano fatte insistenti: la squadra era quintultima in classifica con appena 10 punti in 11 partite (una media da retrocessione) ma, ancor peggio, non aveva un gioco né un’identità precisa.

Da allora, i rossoblù hanno inanellato una serie positiva di sei partite consecutive senza sconfitte, iniziata con la vittoria sul Torino e protrattasi sino all’ultima partita dell’anno solare, quella di ieri col Napoli; una serie che ha prodotto 10 punti in sei partite e che ha portato la compagine sarda a navigare in acque più tranquille.

In quel periodo proprio noi facemmo notare come, a dispetto di numeri mediocri che in passato avrebbero prodotto inesorabilmente delle conseguenze a livello tecnico (tradotto: esonero immediato dell’allenatore), non si fosse giunti a delle decisioni drastiche e altresì mettemmo l’accento sul fatto che, probabilmente, il vento gelido degli esoneri facili si fosse finalmente diretto verso altri lidi.

A posteriori potremmo dire: meno male. Sì, perché oggi il Cagliari sta dimostrando di essere di tutt’altra pasta rispetto a quel Cagliari abulico e senza identità, prossimo alla zona retrocessione e con un mister pronto a essere sollevato dal suo incarico in pieno stile celliniano. Oggi la squadra ha un’anima, sa soffrire nei momenti difficili per poi approfittare dell’avversario quando abbassa la guardia (il cinismo è diventato a sorpresa un’arma in più per i rossoblù); e quand’anche sprofonda nei baratri più profondi, a dei punti di non ritorno, riesce a risalire la china e a recuperare partite apparentemente chiuse e irrimediabilmente compromesse. Oggi i rossoblù giocano anche un discreto calcio, tengono testa – sia in casa che in trasferta – alle squadre di vertice come Roma e Napoli, ma soprattutto fanno punti e muovono la classifica.

E tutto questo è avvenuto con gli stessi uomini (anzi, con qualcuno di meno visti i numerosi infortuni che hanno afflitto il sodalizio sardo in quest’ultimo periodo e nonostante le querelles societarie Agazzi e Ariaudo) ma, soprattutto, con lo stesso allenatore di un mese e mezzo fa.

Le malelingue dicono che il mancato esonero di Lopez dipenda dall’impossibilità per il presidente Cellino di trovare sul mercato un allenatore low cost come l’uruguagio. A noi piace più pensare, invece, che sia davvero cambiato il vento, e che finalmente si sia aperto perlomeno un mini-ciclo (stiamo parlando pur sempre di Cellino, che in termini di bizze con gli allenatori è secondo solo a Zamparini), magari come quello di Allegri che tante soddisfazioni ha dato ai tifosi cagliaritani.

Nel calcio, si sa, la volatilità e l’imprevedibilità fanno parte del gioco, e le situazioni possono cambiare molto rapidamente. Ma noi continuiamo ad avere la stessa speranza. E continuiamo a goderci questo Cagliari. Scusate se è poco.

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