Quando c’è Antonio, non c’è Francesco. E se c’è Francesco, non c’è mai Antonio. È il destino di Balzano e Pisano, i due terzini destri del Cagliari che stanno dando origine ad un bel dualismo, che li porta a dover sfoderare ogni domenica una prestazione tanto buona da convincere mister Zeman a contare sull’uno piuttosto che sull’altro. Entrambi hanno domicilio sulla fascia destra, che amano arare da sempre. Sono tutti e due molto veloci e compensano ad un talento non eccelso con una abnegazione ed una voglia di fare davvero invidiabile. Da una parte Balzano, il pupillo di Zeman, il suo giocattolo, uno di quei giocatori che con un certo allenatore sono in grado di rendere dieci volte meglio che con qualsiasi altro. Dall’altra Pisano, sardo doc e quindi pupillo di un’intera isola. Dieci anni di servizio ai colori rossoblù, gli unici che ha mai vestito, cosa che, nel calcio di oggi, è rarissima. I due, pur essendo legati da alcune affinità, sono due laterali molto diversi. Il primo ama spingere e proporre, seguendo il modello zemaniano di terzino che spesso è portato a diventare un’ala. Attacca molto, ha una buona tecnica, specie nei cross, grande temperamento, corsa e resistenza, ma mostra più lacune in fase difensiva del collega. Pisano è, infatti, “più difensore”. Nasce, calcisticamente parlando, come centrale di difesa e per questo ha caratteristiche tipiche del ruolo. È un giocatore molto bravo nelle diagonali difensive, più bravo nel posizionamento rispetto a Balzano, ma con alcuni limiti tecnici che lo portano ad essere meno efficace in fase offensiva. Se il primo può essere più adatto quando bisogna recuperare un risultato o nelle partite in cui serve scardinare le difese, il secondo è fatto più per occasioni in cui è necessario difendersi un po’ di più. Proprio per questo è facile intuire perché Zeman preferisca far giocare il terzino pugliese. Possiamo paragonare questo dualismo a quello sulla fascia sinistra, con Avelar e Murru. Il primo offensivo, terzino-ala, il secondo più terzino-difensore. Ma se nel primo il ballottaggio ha trovato un vincitore evidente, il secondo risulta ancora pieno di dubbi e incertezze. Ma di certo sempre meglio avere l’imbarazzo della scelta.